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Renato Cervini, Mauro Scionti – La Manifattura Tabacchi di Bari. Storia e progetto di un opificio del Novecento – 2003

Renato Cervini, Mauro Scionti
Bari, Adda editore, 2002, pp. 190, euro 30,00

Anno di pubblicazione: 2003

Il libro di Renato Cervini, ingegnere e professore di architettura tecnica, e Mauro Scionti, architetto e professore di composizione architettonica e urbana, entrambi presso il Politecnico di Bari, si segnala per l’originalità dell’approccio ad una questione, quella del tabacco, che in Puglia nel corso dei secoli XIX e XX ha segnato in maniera rilevante i rapporti di produzione, il mondo del lavoro, il tessuto urbanistico dei numerosi centri piccoli e grandi della regione. A metà degli anni Trenta del ?900, in Puglia si concentrava il 47 per cento della superficie coltivata a tabacco in Italia e 1/3 della produzione nazionale. La prima lavorazione e la trasformazione del prodotto si svolgevano nei magazzini di concentramento, nelle agenzie e negli opifici dei concessionari, che erano disseminati a centinaia specie nei Comuni del Salento, allestiti in stabili urbani preesistenti, in ex conventi, in palazzi ducali oppure costruiti appositamente, dove lavoravano circa 50.000 operaie.
Già autori di numerosi saggi sui temi del recupero di manufatti storici e delle diverse tipologie edilizie e sulla storia urbana meridionale, Cervini e Scionti ricostruiscono, sulla base di una ricca documentazione archivistica in gran parte inedita, la storia della Manifattura dei Tabacchi di Bari, la prima in Italia costruita di pianta nel ?900, voluta e progettata dalla Direzione generale delle Privative come fabbrica modello sia per criteri distributivi e funzionali sia per innovazione tecnologica.
Articolato in otto capitoli e corredato di un ricco apparato iconografico, di tavole e progetti, il libro ripercorre le vicende edilizie, architettoniche e tecnologiche della Manifattura dalla progettazione (1905) alla costruzione e realizzazione (1913), dalla piena attività nel corso degli anni ’20 ai continui lavori di completamento e riadeguamento distributivo degli spazi interni (consistenti nel corso degli anni ’50), dall’abbandono e dal trasferimento in una sede più adeguata (1984) ai lavori, infine, di restauro di una sua parte e di ridestinazione funzionale (mercato giornaliero e sede universitaria) nel corso degli anni ’90. Contestualmente analizza l’organizzazione produttiva e i diversi cicli di lavorazione, i rilevanti interessi economici che ruotano attorno al tabacco, i diversi protagonisti di un’industria sui generis, che lega le sorti di migliaia di lavoratori e lavoratrici al ruolo dei grandi concessionari privati, del capitale bancario nazionale e dello Stato, le storie di emancipazione e di lotta delle centinaia di tabacchine (oltre 900 nell’opificio barese durante gli anni ’20).
In altri termini la Manifattura è studiata nel contesto urbanistico e sociale della città di Bari per quasi un secolo sia come cantiere aperto di lavori di costruzione, completamento, riuso, sia come microcosmo pulsante di relazioni sociali, economiche, politiche. Pertanto il libro di Cervini e Scionti, nonostante qualche svista ortografica di troppo (ad esempio, pp. 10, 11, 17, 34, 55, 96), rappresenta un esempio riuscito di come la storia di un manufatto può dare un contributo significativo alla storia del territorio, considerato come costruzione sociale.

Anna Lucia Denitto