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Robert Lumley, John Foot (a cura di) – Italian Cityscapes. Culture and urban change in contemporary Italy – 2004

Robert Lumley, John Foot (a cura di)
Exeter, University of Exeter Press, pp. 288, £ 15,00

Anno di pubblicazione: 2004

Cityscape è un termine che apre il concetto di city alle idee di subjectivity, constructedness, imaginary, e che permette di analizzare il vissuto urbano, le appropriazioni dello spazio, le diversità culturali restituendo ai luoghi, ai soggetti e alle pratiche della città la propria natura disomogenea e multiforme. Da tale premessa i curatori partono per proporre una lettura delle trasformazioni di alcuni centri italiani dalla fine degli anni ’50 in poi, lettura che intreccia varie discipline e individua nella complessità di alcuni fenomeni l’occasione per allenare sguardi diversi su un oggetto di ricerca denso di significati. Storia sociale, antropologia, sociologia, storia dell’arte, architettura, studi filmici e letterari si confrontano con la cultura e il cambiamento dell’organizzazione sociale della comunità, delle sue dinamiche di relazione, accoglienza e rifiuto, tracciando percorsi di ricerca all’interno di saggi essi stessi disomogenei, ma coerenti con la proposta di fondo del libro.
Il volume si apre con la ?denuncia? dell’incomunicabilità della storia urbana italiana con gli urban studies e con alcune questioni da anni presenti nella letteratura anglofona: gender, race, public space, citizenship (Pace). L’analisi quindi si dispiega partendo da due città, Milano e Torino, in cui il tema dell’immigrazione è centrale. La sua ricezione è indagata attraverso la lente della memoria (Petrillo), del discorso pubblico (Maritano), della questione abitativa (Foot), che mostrano come l’oblio della propria condizione di ?ex migranti? induca oggi a rifiutare l’integrazione dell’?altro? nella propria comunità, o come la necessità di un ricompattamento sociale possa richiamare un passato mitico e strumentale di unione e solidarietà, da parte di gruppi ?minacciati? dall’esterno. Gli anni ’50-60 diventano allora il punto di partenza per comprendere processi che tuttora investono le città, segnando l’interazione tra appartenenze e identità diverse. Altri fenomeni vengono analizzati a partire da allora, come la trasformazione dello spazio segnato da nuove architetture (la Torre Pirelli a Milano: Lobsinger, Arnardòttir), o il cambiamento dell’immaginario, che il cinema restituisce attraverso ansie e tensioni prodotte dai nuovi scenari della cultura giovanile (Capussotti), o attraverso corpi e spazi ? questa volta di Palermo ? che segnano la distanza ormai incolmabile tra urbano e rurale (Longo).
La città diviene oggetto di fiction in tre saggi che ne propongono letture diverse a partire da Calvino (Nocentini, Pieri, Ponzanesi), mentre ritorna luogo aperto a sperimentazioni varie nel momento in cui se ne pensa la riqualificazione attraverso l’arte contemporanea. Riqualificazione che a Torino e a Napoli porta a risultati differenti per il diverso tentativo di ripensarne l’identità, valorizzando un movimento artistico specifico (quello dell’arte povera di cui parla Lumley), o trasformando usi e fruizioni di luoghi centrali dell’appartenenza (la Piazza Plebiscito studiata da Dines). Il volume si chiude con una breve nota su alcune forme dell’urbano, l’Adriati-città, inconcepibili se non nella loro apertura all’interazione di soggetti, significati e funzioni molteplici (Ciorra).

Simona Troilo