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Roberto Balzani – Per le antichità e le belle arti. La legge n. 364 del 20 giugno 1909 e l’Italia giolittiana, – 2003

Roberto Balzani
Bologna, Il Mulino, pp. 564+Cd-Rom, euro 38,00

Anno di pubblicazione: 2003

Secondo volume della collana dell’Archivio storico del Senato dedicata ai ?Dibattiti storici in Parlamento?, il libro ricostruisce l’iter parlamentare della prima legge organica di tutela dei beni d’arte e di antichità, rivelando temi e protagonisti di un processo legislativo che sancì il primato dell’interesse pubblico nella conservazione e valorizzazione delle ?cose? del passato presenti nel territorio. Introducendo una serie di vincoli alla gestione dei beni di proprietà privata, la legge affermava il valore collettivo della loro tutela ponendo fine a quel conflitto pubblico/privato che per decenni aveva ostacolato la creazione di strumenti adatti a fronteggiare la dispersione e il deperimento del patrimonio storico-artistico nazionale.
In un denso saggio iniziale di 113 pagine, Balzani insegue la lenta risoluzione di questo conflitto partendo dal fallimento dei disegni e delle proposte di legge avanzate a partire dall’Unità e rintracciando la graduale presa di coscienza del valore collettivo dei beni d’arte e di antichità, inalienabili proprio perché appartenenti all’intera comunità. Limitata prima ad un ristretto gruppo di ?conservatori?, coinvolti spesso direttamente nella salvaguardia del patrimonio nazionale; estesa poi a strati più ampi della società civile, grazie anche ad una maggiore sensibilità della stampa verso il significato e il destino dei beni culturali, questa consapevolezza si affermò a cavallo tra i due secoli preparando un terreno fertile alla promulgazione della legge del 1909. Favorita anche dalla presenza al Ministero dell’Istruzione e all’amministrazione della tutela di figure già centrali nella valorizzazione delle antichità e delle belle arti (Rosadi, Rava, Ricci, Barnabei, per dirne alcuni), la legge venne discussa e poi approvata vincendo le resistenze del ?partito del mercato? composto da quei soggetti, antiquari e collezionisti in primo luogo, che con forza sostennero la natura commerciabile del patrimonio, ?valuta pregiata? e fonte di ricchezza per il paese. A queste voci si contrapposero quelle di altri soggetti di cui l’importante e ricca appendice documentaria presente nel volume dà conto.
Il saggio di Balzani introduce infatti parte del corpus di fonti custodito presso l’Archivio storico del Senato, riprodotto qui anche in un Cd-Rom allegato al volume. Oltre ai dibattiti in aula, il materiale comprende petizioni, proteste, appelli inviati da municipi, intellettuali e accademie a sostegno della legge, rivelando un aspetto importante dell’Italia del tempo, attraversata da fermenti culturali nuovi e impegnata a definire limiti peculiari alla libertà dei singoli individui. Il libro costituisce in questo senso un invito esplicito all’avvio di ricerche in un campo di studio ancora poco esplorato.

Simona Troilo