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Roberto Finzi e Giovanni Panjek (a cura di) – Storia economica e sociale di Trieste, vol. I, La città dei gruppi 1719-1918 – 2001

Roberto Finzi e Giovanni Panjek (a cura di)
Trieste, LINT, pp. 623, euro 46,48

Anno di pubblicazione: 2001

Con questo volume vede la luce la prima parte di un’opera complessiva sulla storia economica e sociale di Trieste, che dovrebbe articolarsi in un secondo tomo su La città dei traffici (1719-1918) e in un terzo e conclusivo volume su La città italiana (1918-2000). Il volume si incentra fondamentalmente sulla crescita demografica e urbanistica della Trieste ?moderna? (contributi di M. Breschi, A. Kalc, E. Navarra e C. Visintin) e sulle componenti etnico-religiose, in un primo tempo costitutive della realtà mercantile e successivamente partecipi della borghesia economica nell’ambito della società urbana plurinazionale (contributi di M. Verginella, T. Catalan, O. Katsiardi-Hering, P. Dorsi, M. Dogo).
Una notevole attenzione viene attribuita al problema della lingua, e in particolare ai temi della diffusione dello sloveno, alla connotazione della ?lingua franca? e al sostrato originario ladino, sostituito dal dialetto veneto nel corso del Settecento (contributi di P. Merkù, R. Pellegrini, R. Finzi). Un saggio di L. Ferrari è dedicato agli ordini religiosi, mentre un contributo di R. Finzi analizza il fenomeno del pauperismo. C. Gatti ed A. Millo affrontano in due importanti capitoli di sintesi la problematica complessiva del ceto imprenditoriale urbano nel Settecento e, rispettivamente, nell’Ottocento. Nell’Introduzione al volume Finzi puntualizza opportunamente i limiti della realtà emporiale triestina, che a dispetto delle iniziali ambizioni asburgiche di una proiezione oceanica, rimase sostanzialmente legata ai traffici mediterranei.
Sulla base di questo primo volume risulta arduo giudicare in che misura i curatori riusciranno nell’intento di fornire ?uno scavo sistematico, scientificamente rigoroso dell’economia della Trieste moderna? (p. 9). Al centro dei diversi contributi sono i ?gruppi?, individuati certo come soggetto collettivo dell’attività economica, ma ricostruiti in primo luogo nella loro specificità culturale, nei reticoli relazionali, nella mentalità e nella pratica religiosa. Ciò che ? almeno in questo primo volume ? non emerge, sono i lineamenti complessivi dell’attività economica e le trasformazioni che questa subì nell’arco dei due secoli presi in considerazione. Per quel che riguarda invece la storia sociale e culturale del ceto imprenditoriale, colto nelle sue diverse articolazioni ?nazionali? (ebrei, greci, tedeschi, serbi, armeni e, con caratteristiche parzialmente diverse, sloveni), i pregi del volume sono numerosi e gli spunti di interesse notevoli. Un particolare interesse presenta il contributo di Gatti che fornisce una convincente e documentata interpretazione del declino economico del patriziato e del sorgere al suo posto del ceto mercantile cosmopolita come nuova élite urbana. Rispetto alla storia della componente slovena risulta centrale il saggio di Verginella, ricco di informazioni su questa presenza nella realtà economica triestina anche antecedentemente ad una presa di coscienza di tipo nazionale. Più tradizionale e ancora legato ad una logica di tipo ?aggiuntivo-risarcitorio? è invece il contributo di Merkù su La presenza slovena nella città preemporiale. Nell’insieme il volume fornisce un’utile bilancio sulla nuova storia sociale dei ceti economici sette- ed ottocenteschi a Trieste. Sarà però necessario attendere il secondo volume per poter stabilire se quest’opera sarà effettivamente in grado di vincere la sfida ? affascinante e difficile ? di ricostruire realtà e funzioni del ?sistema? economico triestino nei suoi rapporti con lo Stato asburgico.

Marina Cattaruzza