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Roberto Giulianelli (a cura di) – Luigi Fabbri. Studi e documenti sull’anarchismo tra Otto e Novecento – 2005

Roberto Giulianelli (a cura di)
Pisa, Edizioni BFS, pp. 211, euro 20,00

Anno di pubblicazione: 2005

Dopo dieci anni di pubblicazione, la «Rivista storica dell’anarchismo» ? nata nel 1994 con l’apporto di giovani storici e di personalità mature quali Pier Carlo Masini ed Enzo Santarelli ?, lascia il posto ai «Quaderni della RSA», di cui il presente volume costituisce il primo numero. Esso ruota attorno a una delle personalità più rilevanti del movimento italiano, anche se spesso ridotto a semplice ?braccio destro? di Errico Malatesta. Ancora una volta è una biografia a costituire il filo conduttore di ricerche sul movimento libertario, riaffermando quanto sostenuto proprio da Masini che riteneva il ?fattore individuale? (p. 42) caratteristica peculiare dell’anarchismo rispetto a tutte le altre tendenze rivoluzionarie di tipo socialistico. D’altra parte, la recente pubblicazione del Dizionario biografico degli anarchici italiani (2 voll., Pisa, BFS, 2003-04) permette di dar maggior corpo e credibilità a tale interpretazione.
Luigi Fabbri (1877-1935) e la figlia Luce (1908-2000) sono al centro di una dozzina di saggi, tra loro molto diversi. Tra i più significativi quello di Giulianelli che riflette sulla svolta rappresentata dall’esperienza carceraria del 1898: lo studente di giurisprudenza con prospettiva di carriera da avvocato si trasforma in militante dedito al giornalismo culturale e di propaganda, prima in Italia e poi in esilio. Al riguardo l’autore ricorda l’acuta espressione di Malatesta secondo cui ?gli anarchici sono sempre in libertà provvisoria? (p. 30). Maurizio Antonioli si dedica a ricostruire le vicende de «Il Pensiero» (1903-1911), fondato da Fabbri e Pietro Gori, considerato perentoriamente ?il più importante periodico di cultura libertaria mai apparso in Italia? (p. 46). Su questa rivista, aperta ai fermenti individualisti e anticonformisti dell’epoca, scrissero giovani esponenti della vita letteraria e artistica che avranno, come Luigi Federzoni e Meuccio Ruini, un’evoluzione che li porterà su sponde politiche molto lontane. Clara Aldrighi esamina un’altra creatura giornalistica di Fabbri: «Studi sociali» (Montevideo, 1930-1935) mettendone in evidenza gli intenti di foglio di libero confronto fra le tendenze dell’antifascismo. Qui si forma, quale giornalista e intellettuale, la figlia Luce che continuerà l’opera paterna e sarà docente di Letteratura italiana nella locale università. Il suo impegno, che giunge fino al nuovo secolo, è trattato dalla brasiliana Margareth Rago che ne mette in rilievo la lettura originale di vari classici italiani. In questo contesto assume particolare valore, per Luce, la figura di Machiavelli che, nel Principe (di cui Luce curò l’edizione critica in spagnolo), avrebbe dimostrato ?come mai nessuno prima era riuscito a fare, la fondamentale disumanità del potere? (p. 188). Di notevole interesse sono ancora i contributi di Claudio Albertani e quello, postumo e incompleto, di Masini, preparato per il terzo volume della Storia degli anarchici italiani.
Nel complesso si tratta di un testo utile che ? assieme alla stampa dell’epistolario e al convegno tenuto nel novembre 2005 a Fabriano ? ha riproposto Luigi e Luce Fabbri come protagonisti di spicco nella cultura libertaria internazionale.

Claudio Venza