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Rolf Petri (a cura di) – Roma, Edizioni di Storia e Letteratura, 292 pp., Euro 28,00 – 2010

Rolf Petri (a cura di)
Nostalgia. Memoria e paesaggi tra le sponde dell’Adriatico

Anno di pubblicazione: 2010

La nostalgia è un concetto poliedrico originato da una molteplicità di esperienze psicologiche. Per questo motivo si presta ad un uso composito nell’indagine dell’agire umano, individuale e collettivo. L’uso di questo originale strumento di lettura, applicato ai contesti storici, consente innegabilmente di aprire nuovi sguardi sulla realtà del passato. Questo libro raccoglie gli interventi presentati a una giornata di studio tenutasi a Venezia nel 2008. La prima parte (saggi di Bergdolt, Petri, Agazzi, Liakos, Boym) propone alcune riflessioni di carattere generale sul concetto di Heimat, di Heimweh oltre che sull’origine stessa del concetto di nostalgia: una strana malattia in cui cadevano i soldati svizzeri scesi dalle montagne, nelle pianure dall’aria ferma e pesante. I tentativi di cura risultavano vani mentre si scopriva che i soldati guarivano una volta tornati a casa: un ritorno all’Heimat, a quegli spazi riconosciuti come propri, ai luoghi familiari vagheggiati durante l’assenza. Nella nostalgia dei luoghi, nel ritorno ad essi, nel rapporto con i contesti umani e naturali si costituiscono gli elementi essenziali di una identità individuale e collettiva. L’esperienza esistenziale della nostalgia è quella di sentirsi un esule alla ricerca di un passato che aiuti a governare il presente e a progettare il futuro. Questa particolare disposizione, indicata come straniamento, viene approfondita nel libro e analizzata per le potenzialità esplicative che offre. La seconda parte del libro (saggi di Stouraiti, Wolff, Tomasutti, Zanou) raccoglie varie ricerche ambientate sulle coste dell’Adriatico, dove ha dominato l’impero veneziano divenuto, poi l’oggetto perduto. Il modo in cui la nostalgia si è espressa nei confronti del crollo del’impero di Venezia aiuta a capire le strategie politiche degli Stati che si affacciano sull’Adriatico e le loro elaborazioni di nuove pratiche istituzionali: viene riesumata una nostalgia roussouiana di ritorno ad un mitico luogo delle origini, dando vita a commemorazioni di un passato lontano e perduto. Mediante una serie di pratiche rituali si cerca di realizzare una saldatura tra una memoria individuale e un passato collettivo.Infine l’uso politico della nostalgia (nei saggi di Paladini, Wullschleger, Wörsdörfer, Petrungaro). Spesso le ricostruzioni della memoria determinano un quadro del passato più funzionale ai progetti del presente. In alcuni saggi è ben illustrato come la memoria pubblica venga potenziata dall’inesauribile serbatoio emozionale della nostalgia. Così è accaduto in quelle operazioni politiche e di potere orientate all’autonomia, all’indipendenza e al nazionalismo. In alcuni saggi appare evidente che l’opera di riesumazione di un passato nostalgico sia stata fondamentale ai fini della riuscita di questi obiettivi politici: indipendenze e nostalgie fondative sono gli ingredienti migliori per legittimare ogni genere di scelta. Fino a all’uso di una nostalgia che, in stretto contatto con una memoria partigiana del passato, alimenta il risentimento verso il nemico: questo impasto di rancore e di ritorno al passato è stata la sorgente principale della violenza nelle guerre che hanno attraversato la Jugoslavia.

Giovanni Starace