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Salvo Torre – Alle origini della città contemporanea. Rendita fondiaria urbana e processi di accumulazione a Genova nel XIX secolo – 2004

Salvo Torre
Catania, Cuecm, pp. 205, euro 10,00

Anno di pubblicazione: 2004

Il volume si avvale prevalentemente della rielaborazione e sistemazione critica della storiografia su Genova tra Sette e Ottocento, con particolare riferimento alle élites economiche e politiche, ai processi di formazione del capitale, alla gestione dei flussi finanziari, ai rapporti amministrativi tra centro e periferia e a quelli economici e sociali tra città e contado. Il caso genovese è poi letto all’interno del dibattito storiografico sui rapporti tra città e campagna e sulla nascita del capitalismo. L’intento dell’autore è quello di rivisitare il caso genovese a partire dal ruolo svolto dalla città nel processo di accumulazione capitalistica e di evidenziare le relazioni tra la trasformazione dello spazio urbano e la nascita di forme di regolamentazione e controllo della società borghese.
Il lavoro si articola intorno a due snodi centrali: la ?crisi sistemica? che investe il territorio genovese a cavallo tra Sette e Ottocento e il nuovo modello di sviluppo che si determina con il suo superamento. La crisi è sistemica perché la città perde un doppia centralità: in primo luogo nella gestione dei flussi finanziari internazionali, in secondo luogo nei rapporti amministrativi, economici e politici col territorio ligure. La permanenza in città di vecchi capitali sopravvissuti alla crisi è fondamentale nella lettura di Torre, secondo cui si assiste a una riconversione degli investimenti locali, ma anche di quelli esogeni, verso la rendita urbana. La forza della città passa così dalla gestione del sistema di relazioni finanziarie e territoriali alla capacità autopropulsiva caratterizzata dall’investimento nella rendita fondiaria urbana. È qui che si intreccia il rapporto tra crisi e nascita della città contemporanea. Secondo l’autore gli investimenti sul tessuto della città, iniziati nel secondo decennio dell’Ottocento, riuscirono infatti a produrre una quantità di fondi locali necessari al successivo sviluppo industriale. Questa lettura ridimensionerebbe sia la matrice rurale dei processi di accumulazione capitalistica, sia l’idea di una rendita urbana parassitaria e improduttiva. Inoltre gli investimenti fondiari, oltre a creare processi di accumulazione, ridefinirono le forme dello spazio urbano secondo le modalità del controllo sociale. Si deduce infatti che anche a Genova l’igienismo funzionò sia come retorica di supporto alla formazione della rendita urbana, sia come sapere tecnico attraverso cui ridisegnare il controllo dello spazio. La nuova città appare così il prodotto dell’intreccio tra un modello di accumulazione basato sull’investimento nella rendita urbana e l’utilizzo dello spazio edificato come strumento di controllo sociale.
Nel complesso il volume offre parecchi spunti di riflessione ma la sua economia generale soffre di qualche disorganicità, appare sbilanciata sulla fase della transizione e della crisi, rispetto a quella della nascita del nuovo modello. Inoltre il binomio investimenti fondiari ? controllo sociale, posto come snodo centrale del ragionamento storiografico, coglie un aspetto importante ma non esaustivo della nascita della città contemporanea.

Salvatore Adorno