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Sandro Bellassai – La legge del desiderio. Il progetto Merlin e l’Italia degli anni Cinquanta – 2006

Sandro Bellassai
Roma, Carocci, 189 pp, euro 16,50

Anno di pubblicazione: 2006

«Questo non è un libro sulla legge Merlin, ma sui discorsi che essa produce» (p. 8). In quest’affermazione è racchiuso il tema e l’approccio metodologico della nuova ricerca di Bellassai che con questo libro ci regala uno spaccato interessante, e indagato con acutezza, della storia della mentalità in un paese in tumultuosa trasformazione. Con notevole sensibilità sociologica, Bellassai racconta l’Italia degli anni ’50 ponendo alle sue fonti ? i discorsi parlamentari, gli articoli dei quotidiani e della stampa periodica, le lettere ai giornali, la letteratura medica e giuridica, i testi cinematografici e teatrali ? e ai suoi ideali interlocutori ? parlamentari, medici, giuristi, scrittori e uomini comuni ? domande e questioni che raramente gli studiosi pongono alla storia italiana del secondo Novecento.Il libro è anche sulla legge Merlin, diversamente da quanto Bellassai con un certo understatement afferma. E di questa legge si segue, nel primo capitolo, il faticoso e tortuoso iter legislativo. E però, la legge Merlin protagonista di questo volume è analizzata da un punto di vista originale, quello delle «dinamiche della mascolinità» (p. 8). È il punto di vista maschile, o meglio sono i diversi punti di vista maschili sulla sessualità e sulla morale femminile, anche e soprattutto quelli «perdenti», a costituire l’oggetto dell’analisi di Bellassai. La chiusura dei bordelli o più precisamente la proposta della loro chiusura scatena un dibattito in cui si scontrano cifre, ipotesi apocalittiche (orde di prostitute si sarebbero riversate per le strade provocando la diffusione di terribili malattie), scenari inquietanti e fantasie che non hanno alcun rapporto con la realtà ma che sono rivelatori di mentalità, dello stato del rapporto tra i sessi nella società italiana, di quanto il femminismo abbia cominciato a informare di sé alcuni discorsi, della tenace resistenza e diffusione di certi modelli femminili in un immaginario maschile che ragiona secondo una «logica binaria» per cui la donna è o «angelo del focolare» o «viziosa» (p. 9). I livelli dei discorsi che sono analizzati nel volume sono numerosi e diversi, si sovrappongono e si intrecciano: c’è quello asettico e scientifico, e quindi apparentemente neutro, della questione medica e igienico-sanitaria che rimette in circolazione temi positivisti, terminologie lombrosiane e concezioni organiciste con l’obiettivo di mantenere saldo il controllo sanitario sulle donne nella convinzione di difendere per questa strada l’ordine morale della società intera; c’è quello della questione morale che ispira molti favorevoli alla legge, ma anche molti antiabolizionisti che attingono al medesimo serbatoio di argomentazioni dei favorevoli per opporsi; c’è quello, minoritario, che auspica maggiore libertà per le donne e un di più di uguaglianza tra i due sessi. Misoginia, virilismo, moralismo, liberalismo, atteggiamenti molto diversi tra loro che il dibattito sulla legge Merlin rivela, facendo emergere una società in cui in mezzo ai timori di un mondo maschile che fa fatica a fare i conti con trasformazioni rapide e impressionanti si fa strada «un senso comune più ?moderno? e ?civile?» (p. 163).

Daniela Luigia Caglioti