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Santi Fedele – Luigi Fabbri. Un libertario contro il bolscevismo e il fascismo – 2006

Santi Fedele
Pisa, Biblioteca Franco Serantini, 89 pp., euro 12,00

Anno di pubblicazione: 2006

In questo agile volume Santi Fedele riprende il profilo biografico di Luigi Fabbri già pubblicato nel Dizionario biografico degli anarchici italiani (vol. I, Pisa, BFS, 2003) approfondendo la parte relativa alla critica sviluppata da Fabbri negli anni ’20 e ’30 contro gli opposti totalitarismi, bolscevismo e fascismo. Il risultato editoriale è quello di un utile instant-book che si colloca all’interno di una fertile stagione di studi dedicata all’anarchico marchigiano in occasione del settantesimo anniversario della morte. Nel 2005, per le edizioni della Biblioteca Franco Serantini di Pisa, Roberto Giulianelli ha curato la pubblicazione dell’Epistolario ai corrispondenti italiani ed esteri (1900-1935) attingendo a numerosi archivi pubblici e privati, a partire dall’archivio personale di Fabbri, affidato non molto tempo prima all’Istituto internazionale di storia sociale di Amsterdam dalla figlia Luce, già autrice di una bella biografia del padre. Sempre nel 2005, una raccolta di studi e documenti su Luigi Fabbri ha occupato interamente il primo volume dei «Quaderni della Rivista storica dell’anarchismo», nuova collana varata da BFS come prosecuzione dell’omonima rivista semestrale. Un tale fermento editoriale ha contribuito a dare sostanza al convegno internazionale svoltosi a Fabriano nel novembre dello stesso anno: Luigi Fabbri. Vita e idee di un intellettuale anarchico e antifascista (Fabriano 1877 ? Montevideo 1935). In quella occasione, Fedele ricostruì la critica di Fabbri alla Russia sovietica, partendo dagli articoli dei primissimi anni ’20 contro la dittatura leninista, fino ad arrivare alla denuncia del potere assoluto di Stalin e alla lucida previsione del destino imperialistico dell’URSS. L’interpretazione del fascismo toccò, invece, a Marco Palla che individuò ne La contro-rivoluzione preventiva di Fabbri, volume edito nel 1922 nella «Biblioteca di studi sociali» diretta da Rodolfo Mondolfo per le edizioni Cappelli di Bologna, uno dei tentativi più approfonditi di analisi del fenomeno fascista, passibile ancora oggi di recupero sul piano della ricostruzione storiografica. Gli atti del convegno, curati da Maurizio Antonioli e Roberto Giulianelli, sono stati pubblicati tempestivamente nel corso del 2006 dalla BFS, quasi in contemporanea alla breve monografia di Fedele. Lo storico siciliano affronta con dimestichezza l’attività giornalistica e la critica sociale svolte da Fabbri negli anni tra le due guerre mondiali, in Italia, Francia e Uruguay. Del resto, siamo di fronte a uno studioso che ha al suo attivo una lunga e approfondita esperienza di ricerca sui partiti e sui movimenti politici dell’esilio antifascista, ai quali ha dedicato nel corso del tempo lavori spesso fondamentali. Quello che, però, manca totalmente nel suo Luigi Fabbri è l’utilizzo dei documenti di natura autobiografica (carteggi, appunti personali, note sparse), essenziali per la ricostruzione di un percorso di vita. Questa lacuna nella scelta delle fonti fa sì che il libro non riesca ad avere le caratteristiche di un compiuto saggio biografico, ancorché sintetico, e si presenti unicamente come una valida tappa in questa direzione.

Carlo De Maria