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Scienza, patria, religione. Antonio Stoppani e la cultura italiana dell’Ottocento

Elena Zanoni
Milano, FrancoAngeli, 301 pp., € 39,00

Anno di pubblicazione: 2014

Il volume che l’a. dedica alla prima ricostruzione puntuale della vita e del pensiero di Antonio Stoppani si articola in quattro sezioni che si susseguono tracciando a un tempo un itinerario biografico su base cronologica e un racconto per temi sfruttando la coincidenza di tappe di vita ed evoluzione di interessi del prete lombardo. Questo studio, dunque, nasce con l’intento di essere una biografia scientifica che si propone di ricostruire i legami tra i progetti intellettuali e le scelte esistenziali di Stoppani.
Una parte considerevole del volume è dedicata a un attento studio dei dibattiti interni agli ambienti cattolici nel contesto Lombardo-Veneto. In particolare, mentre la prima parte dello studio affronta una puntualissima ricostruzione della formazione scientifica all’interno dei seminari lombardi, nella parte finale largo spazio viene dato allo studio della questione rosminiana nel corso dei pontificati di Pio IX e Leone XIII. Quest’ultima digressione assolve la funzione di collocare nel più vasto contesto locale e nazionale la lotta portata avanti da Stoppani per sostenere e diffondere il pensiero rosminiano anche attraverso iniziative come la fondazione dei periodici «Il Rosmini» e «Il Nuovo Rosmini». Tuttavia la maggior preoccupazione dell’a. appare qui quella di spiegare la genesi delle ultime opere di Stoppani, in particolare dell’Exameron. In esse si assiste, secondo l’a., a un recupero di una prospettiva di derivazione agostiniana della lettura delle Sacre Scritture (p. 240). L’intento è, dunque, quello di inserire il pensiero stoppaniano nella corrente minoritaria dell’esegesi biblica che, secondo Mauro Pesce, da Galileo in poi, si diede come scopo quello di ricercare un’armonia tra racconto biblico e nuove scoperte della scienza (p. 244). Meno approfondita e meritevole di approfondimenti futuri è invece la riflessione, qui solo accennata, sui rapporti tra Stoppani e il movimento modernista.
La parte centrale del volume è, invece, dedicata ad approfondire il pensiero geologico e la notevole opera di divulgatore scientifico di Stoppani. Per far ciò l’a. ricostruisce puntualmente il contenuto delle monografie più note del prete lombardo, in particolare Il bel paese e Acqua e aria. Il merito di questi capitoli risiede, però, essenzialmente nelle parti in cui si approfondisce come Stoppani non fosse stato solo intento a conciliare scienza e dogma, ma sia stato anche un abile «divulgatore-imprenditore». L’a. sottolinea, infatti, la volontà espressa da Stoppani di costruire una «scienza popolare» e rendere accessibili le scoperte della geologia al pubblico più vasto, tanto grazie a una pianificata attività di conferenziere quanto attraverso la compilazione di edizioni pensate espressamente per un pubblico di scolari (p. 173). Dall’analisi dell’epistolario stoppaniano, unito a un’attenta lettura delle opere a stampa, l’a. restituisce dunque un efficacie ritratto di un prete-patriota impegnato nella modernizzazione morale, civile e materiale del paese come nel rinnovamento dell’ermeneutica cristiana sulla scia tracciata da Rosmini.

Fedra Alessandra Pizzato