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Sergio Fiorini – Il potere a Milano. Prove generali di centrosinistra (1959-1961) – 2006

Sergio Fiorini
Milano, Bruno Mondadori, XVI-253 pp., euro 20,00

Anno di pubblicazione: 2006

Sfondo del libro è Milano tra la fine degli anni ’50 e l’inizio del nuovo decennio, in un periodo di trasformazione della città, della politica e dell’economia. La municipalizzazione del servizio di produzione e distribuzione del gas (sottraendone il controllo al monopolista Edison, uno dei «salotti buoni» dell’epoca) e l’istituzione della giunta di centro-sinistra guidata dall’ex Rettore del Politecnico, il socialdemocratico Gino Cassinis (dopo le elezioni amministrative del novembre 1960, seguita a breve da Genova e Firenze) diventeranno gli epifenomeni di una partita complessa e ricca di attori, tra i quali non vanno dimenticati, marginali ma presenti, il PCI e la Chiesa, rispettivamente guidati, a livello locale, da Cossutta (a quel tempo espressione dei «rinnovatori» togliattiani che avevano scalzato dal potere gli operaisti seguaci di Alberganti e Secchia) e dall’arcivescovo Montini. Anche se dovettero trascorrere altri venti anni per giungere al compimento del processo di municipalizzazione del gas, quello descritto è, secondo l’autore, un caso tipico di «circolazione paretiana» delle classi dirigenti, tanto più importante perché avvenuta a Milano, che di questi «ricambi» è stata spesso la precorritrice (dal riformismo socialista al fascismo, dal centro-sinistra a Craxi, alla Lega, a Berlusconi). Fiorini ricostruisce con attenzione e passione questa vicenda (che forse poteva essere studiata anche collegandola maggiormente alla contemporanea nazionalizzazione dell’energia elettrica), attraverso le fonti giornalistiche, ma anche utilizzando documenti provenienti dall’Archivio comunale di Milano e le preziose testimonianze di due protagonisti, Piero Bassetti (che firma anche la postfazione) e Aldo Aniasi (senza dimenticare gli strumenti della scienze sociali, a partire dal rapporto centro-periferia). Individua in questi eventi il passaggio periodizzante dalla fase di ricostruzione del dopoguerra al tentativo programmatore della politica di sottrarsi, con tutte le sue lentezze, all’autogoverno dei poteri forti, attraverso l’incontro tra due tradizioni culturali radicate nel tessuto ambrosiano, il riformismo socialista e il solidarismo cattolico. Una fase durata trent’anni, di cambiamenti e di degenerazioni partitocratiche (delle quali Fiorini individua e analizza l’avvio), dal piano Bassetti (presentato nel 1962 con l’ambizione, per usare recenti parole dello stesso Bassetti di «dare un disegno agli accadimenti del capitalismo perché il capitalismo non sa dove va», ma destinato a rimanere nel cassetto, travolto dalla recessione economica e dalla contestazione) a Tangentopoli e che comunque sembra improponibile oggi, quando è l’economia a determinare la cultura politica, a tutti i livelli. Come scrisse allora «Il Giorno» (un altro dei protagonisti di quella stagione, spesso contraltare del «Corriere della Sera» di Missiroli) «il mito, tutto milanese, del buon regiùr che amministra i bilanci cittadini come quello famigliare, non incanta più nessuno»: non a caso un mito, quello del buon amministratore di condominio, destinato ad essere rinverdito, in tempi recenti, di crisi della politica, dal sindaco Albertini.

Giovanni Scirocco