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Sergio La Salvia (a cura di) – L’Italia nel secolo XIX. Aspetti e problemi di una tradizione contesa, Atti del Convegno in onore di Giuseppe Talamo (Roma, 18-20 ottobre 1995) – 2002

Sergio La Salvia (a cura di)
Roma, Archivio Guido Izzi, pp. 408, euro 30,00

Anno di pubblicazione: 2002

Il volume non è solo il risultato di un affettuoso saluto al maestro da parte di allievi, amici e collaboratori, ma si propone come una interessante opportunità di studio dell’Ottocento, attraverso le sue molteplici componenti. Le relazioni prendono in esame un’articolata serie di argomenti di vario genere, strutture sociali ed economiche, politica, amministrazione, modelli istituzionali, correnti di pensiero, scuola, cultura, e tentano di ricostruire il percorso di una tradizione ?italiana? e infine di una identità.
I saggi comprendono temi di ampio respiro, quali la costruzione di uno Stato (Carlo Ghisalberti), il federalismo fra 1789 e 1848 (Luciano Russi), Cavour e le elezioni del 1857 (Carlo Pischedda), la storiografia sul Medioevo e l’idea di nazione (Alberto Forni), le Repubbliche italiane del medio evo (Sergio La Salvia), il primo liberalismo economico (Francesco Di Battista), note per una possibile definizione di aristocrazia toscana (Romano Paolo Coppini), le élites siciliane fra ceto e censo (Alfio Signorelli), le élites militari dall’unità alla grande guerra (Vincenzo Caciulli), De Sanctis e il Mezzogiorno (Alfredo Capone), ed altri meno frequentati ma molto stimolanti, come cultura tecnica e modernizzazione prima e dopo l’unità (Carlo G. Lacaita), il dibattito sulle scienze statistiche (Francesco Sofia), le esposizioni universali (Domenico Scacchi); non manca una serie riguardante i problemi relativi ai modelli educativi in una famiglia aristocratica di fine Settecento (Umberto Levra), il sistema scolastico (Gaetano Bonetta), la scuola e la lingua materna (Marino Raicich), l’azione educativa e i movimenti politici (Guido Verucci).
A conclusione della raccolta, ricca di spunti sui quali sarà certo utile tornare a confrontarsi, Talamo coglie l’occasione per riflettere a sua volta sul secolo al centro dei suoi interessi e della sua attività di studioso, domandando a se stesso (e al lettore) in che senso l’Ottocento possa diventare un problema storiografico. Dal quesito si dipanano alcuni suggerimenti assai utili per qualche possibile risposta. Da qui, da queste brevi osservazioni finali che riportano l’attenzione sul nodo cruciale della periodizzazione, e sull’esigenza di riconsiderare il secolo nei suoi aspetti di continuità col passato o di cambiamento, si diparte il vero e profondo significato di una discussione incentrata sulla specificità e sulla attualità dell’Ottocento, che rende più che mai indispensabile non solo una ?rilettura?, ma il rilancio di una nuova stagione di discussione e dibattito.

Daniela Maldini Chiarito