Cerca

Sergio Onger – Un provincia operosa. Aspetti dell’economia bresciana tra XVIII e XX secolo – 2011

Sergio Onger
Milano, FrancoAngeli, 157 pp., Euro 21,00

Anno di pubblicazione: 2011

Il volume raccoglie diversi contributi, in parte già editi ma rivisitati, dedicati allo studio della realtà economica bresciana tra età moderna e contemporanea. Si tratta di otto saggi che spaziano dalla lavorazione del ferro all’attività estrattiva, dalle professioni all’istruzione agraria, dagli stabilimenti termali alla navigazione e al commercio. La loro eterogeneità è però soltanto apparente perché è possibile cogliere chiaramente in controluce il filo che unisce le diverse ricerche di Onger e che rinvia al titolo scelto dall’a. Una provincia operosa. Si tratta di un titolo che riecheggia quello del noto volume di Giorgio Bigatti, La città operosa, dedicato alla Milano dell’800, e ritengo che con una simile scelta l’a. abbia voluto proprio evidenziare il tratto peculiare della realtà economica bresciana. Il fatto cioè di essere stata, fin dall’età moderna, espressione di un’area dove le attività manifatturiere non si sono concentrate nel capoluogo, come invece è avvenuto nello Stato di Milano, ma si sono ampiamente disperse nel territorio, a cominciare dalla lavorazione del ferro che per secoli è stata la più nota specializzazione della provincia. Non è certo un caso che l’a. dedichi due dei suoi contributi proprio a tale settore, indagando due vicende di grande interesse: i tentativi di ammodernamento tecnologico compiuti durante l’età francese e la paradigmatica parabola di una delle più importanti imprese siderurgiche locali, quella dei Glisenti. Se il ferro ha scandito per secoli i ritmi della provincia bresciana non era però la sola freccia all’arco del settore secondario locale e Onger ne fornisce una chiara dimostrazione con due contributi molto interessanti dedicati, da un lato a un’attività ritenuta a torto «minore», l’industria della pietra a Botticino, dall’altro a un settore molto più glamour, quello degli stabilimenti termali, che appare in forte crescita tra ‘800 e ‘900. Così come richiama, nel saggio sulla navigazione del fiume Oglio, un’altra importante attività strettamente connessa alla vitalità manifatturiera della provincia, quella commerciale.Degno di nota è poi il fatto che questo volume coniughi la prevalente dimensione settoriale dei contributi appena richiamati con una prospettiva «micro» volta a indagare una variabile endogena fondamentale dell’operosità bresciana: il capitale umano. E lo fa su piani diversi mettendo l’uno accanto all’altro soggetti che svolgono attività ritenute di basso profilo, come i facchini o i mediatori di vino, e protagonisti di professioni più «nobili», come i medici. Al tempo stesso l’a. dedica un contributo a un aspetto ritenuto giustamente fondamentale nella formazione del capitale umano, quello dell’istruzione, e lo fa declinandolo su un terreno molto operativo come quello dell’istruzione agraria. Il risultato è la costruzione di un volume che offre molteplici spunti di riflessione e che vede il suo interesse accresciuto dal largo ricorso a fonti primarie e dall’ampio spazio dedicato all’età della Restaurazione, un periodo cruciale di trasformazione finora ben poco indagato.

Luca Mocarelli