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Sergio Soave – Senza tradirsi, senza tradire. Silone e Tasca dal comunismo al socialismo cristiano (1900-1940) – 2005

Sergio Soave
Torino, Aragno, pp. 660, euro 30,00

Anno di pubblicazione: 2005

All’origine del volume di Soave sta l’intuizione che nella parabola politica e intellettuale di Angelo Tasca (1892-1960) e di Ignazio Silone (1900-1980) si delineino due percorsi sostanzialmente paralleli: una militanza politica che nasce nell’impegno giovanile con una presenza significativa nella Federazione giovanile socialista; la scelta nel passaggio tra socialismo e comunismo (o, meglio, dal PSI al PCd’I); l’attenzione in quegli anni verso una rinnovata lettura della storia italiana che rendesse conto tanto della propria sconfitta politica, quanto delle insufficienze di una cultura politica; la valorizzazione della lunga storia delle culture popolari che li conducono a ritrovare una parte delle loro matrici culturali originarie nell’educazione cristiana. Ultimo tratto comune il fatto della loro solitudine (spesso esistenziale prima ancora che politica) su cui si è spesso giocata gran parte della loro immagine pubblica. Soave segue le tracce della loro riflessione e del loro agire pubblico attraverso i processi educativi scolastici e famigliari, entrambi in qualche modo figli di un mondo contadino da cui si distaccano fisicamente, ma a cui ritornano costantemente nel corso della loro riflessione; le battaglie politiche prima dentro il PSI e poi nel PCI fino alla loro espulsione (rispettivamente nel settembre 1929 Tasca e nel giugno 1931 Silone); il lungo travaglio politico nel corso degli anni ’30, la convinzione di entrambi, alle soglie della seconda guerra mondiale, della necessità della sintesi tra cristianesimo e socialismo. Senza tradirsi, senza tradire è un libro costruito attraverso l’analisi e la schedatura puntuale non solo dei testi pubblicati da Silone e da Tasca e degli archivi personali e politici in cui siano conservate carte manoscritte di entrambi. Non solo. Il libro di Sergio Soave consente di riaprire un’indagine sullo spessore della militanza politica e della sua storia non come bagaglio teorico coerente, ma come intreccio di vicende private e pubbliche, di riflessioni dove contano gli ambienti di formazione e le molte relazioni intellettuali, politiche e sociali che esprimono l’idea della politica e il rapporto tra impegno politico e scelte pubbliche. Certo la ricchezza dei fondi archivistici esaminati ha consentito a Soave di sviluppare e di comporre una storia delle persone che è anche uno spaccato significativo del vissuto delle culture politiche del Novecento. Ma questo aspetto ha un significato anche maggiore se colto come un’indicazione di lavoro sulle figure dei politici pubblici spesso indagate solo sul piano dei loro testi e non nell’intreccio tra pubblico e privato, tra scrittura intima e riflessione pubblica, tra ambiente di discussione politica e circoli di discussione culturale. Dove, in breve, la biografia è un modo per ricostruire un intero cosmo culturale e umano che va al di là dello stesso biografato per capire complessivamente quale era il suo mondo e il suo tempo.

David Bidussa