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Sergio Sparapani (a cura di) – La guerra nelle Marche 1943-1944 – 2005

Sergio Sparapani (a cura di)
Ancona, Il lavoro editoriale, pp. 189, euro 20,00

Anno di pubblicazione: 2005

Pubblicato nella collana ?Ricerche? dell’Istituto per la storia del movimento di liberazione nelle Marche, questo volume raccoglie gli atti del convegno di Ancona del maggio 2004. Si tratta dell’ultima iniziativa editoriale dell’articolato progetto Le Marche in guerra che, elaborato dall’ISMLM e dalla regione, ha promosso anche il recupero, per lo più da archivi esteri, di migliaia di documenti riguardanti il territorio marchigiano negli anni 1943-46, ora fruibili on line.
Arricchito da un bell’inserto fotografico curato da Giuseppe Campana e Sergio Molinelli, il libro delinea il quadro delle operazioni belliche nel settore adriatico nell’estate-autunno del 1944 e soprattutto analizza, da angolazioni diverse, i comportamenti di tutti i protagonisti di una campagna militare che nel primo tentativo di sfondamento della Linea Gotica toccò il suo apice, ma che registrò anche altri eventi di rilievo, quali le due aspre battaglie scaturite dall’offensiva alleata su Ancona o i duri scontri sul fiume Metauro, di intensità appena inferiore ai combattimenti di Cassino. Inoltre, fu proprio nel corso di questa campagna che cominciarono a delinearsi le nette differenti prospettive geopolitiche elaborate per l’Europa da britannici e statunitensi, con i primi non certo propensi a considerare il fronte italiano, anche dopo lo sbarco in Normandia, uno scenario secondario, ma anzi centrale, assieme a quello greco, nei piani di contenimento della penetrazione sovietica nell’area balcanica.
Non a caso, dunque, l’apertura del volume è affidata a Roger Absalom che, sia pur senza fornire particolari elementi di novità sul piano critico-interpretativo, ripercorre con puntualità gli sviluppi della strategia alleata sul versante adriatico. Segue poi il lungo intervento di Amedeo Montemaggi dedicato alle tattiche difensive tedesche e contente anche una singolare digressione sull’evoluzione della dottrina militare germanica addirittura dai tempi di Austerlitz. Più sintetico è invece lo scritto di Krzysztof Strzalka, esperto di rapporti italo-polacchi, che delinea le origini del 2° Corpo polacco e ne segue l’impegno operativo in Italia. Il contributo della Resistenza marchigiana alla Liberazione è trattato da Massimo Papini e Mario Fratesi, i quali non si limitano a riferire l’apporto dei partigiani allo sforzo bellico, ma allargano l’analisi ad argomenti di natura politica (come, ad esempio, i rapporti spesso difficili tra resistenti e comandi alleati) che, seppur già affrontati dalla storiografia di settore, trovano qui una sintesi di indubbio spessore. Altrettanto si può dire dell’intervento di Marco Ruzzi sul CIL, concentrato non su particolari fatti d’arme, ma su alcune spinose questioni relative ai limiti strutturali e ?ideologici’ del nuovo esercito monarchico, in sostanza ancora ancorato a modelli teorico-organizzativi obsoleti e del tutto inadeguati alle esigenze della guerra moderna. Chiudono il libro i contributi di Costantino Di Sante sulla Brigata Maiella e di Mino Argentieri sul cinema italiano postbellico che, sebbene non propriamente originali, offrono al lettore non specialista un utile quadro di riferimento generale.

Sergio Bugiardini