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Simon Levis Sullam – Una comunità immaginata. Gli ebrei a Venezia (1900-1938) – 2001

Simon Levis Sullam
Postfazione di Alberto Cavaglion, Milano, Unicopli, pp. 274, euro 16,53

Anno di pubblicazione: 2001

Lo studio di Levis Sullam sulla comunità ebraica veneziana si articola in sei capitoli preceduti da una suggestiva e problematica Introduzione, nella quale l’autore illustra e giustifica in modo esauriente il suo innovativo approccio metodologico allo studio dell’ebraismo veneziano novecentesco.
Appoggiandosi alle tesi di Benedict Anderson sulle ?comunità immaginate?, alla definizione di ?subcultura ebraica? di David Sorkin e agli studi di Pierre Nora e di Mario Isnenghi sui ?luoghi della memoria? Levis Sullam offre nel primo e nell’ultimo capitolo una lettura inconsueta della complessa realtà ebraica veneziana, grazie anche al sapiente uso delle fonti letterarie di solito trascurate dalla storiografia tradizionale.
Il periodo analizzato è circoscritto significativamente al 1900-1938, con la voluta e motivata esclusione delle vicende della persecuzione razziale, anche se le sue terribili conseguenze sono presenti sia nei profili biografici ricostruiti nel V capitolo, sia nei primi episodi di un incipiente antisemitismo segnalati a Venezia già a metà degli anni ’30. Uno dei pregi del lavoro di Levis Sullam è quello di offrire un quadro sociale molto articolato della società ebraica veneziana, non trascurando di illustrare né le caratteristiche demografiche e professionali della comunità, né le sue molte conflittualità interne, ascrivibili alla profonda differenza di classe e ai diversi orientamenti politici dei suoi iscritti. Dopo aver ricostruito con l’ausilio di molte fonti archivistiche la struttura organizzativa e associazionistica dell’istituzione comunitaria, dedicando in questo contesto belle pagine anche al ruolo avuto dalle donne in questi campi (vedi ad esempio la parte dedicata all’Adei) l’autore si sofferma sulla vita culturale degli ebrei veneziani e sulle difficoltà da loro incontrate nell’organizzazione di un sistema scolastico ebraico, che da un lato potesse avere successo presso tutti gli appartenenti alla comunità e non solamente tra i meno abbienti, e che dall’altro costituisse una risposta ?moderna? al desiderio di salvaguardare l’identità religiosa ebraica, messa in difficoltà in quegli anni dalla riforma scolastica di Gentile.
Con molta attenzione alla ricostruzione dei passaggi più delicati l’a. ci restituisce nella sua complessità l’acceso dibattito che durante il fascismo vide contrapporsi nella comunità ebraica veneziana i sionisti da un lato e i nazionalisti dall’altro, aprendo così finalmente uno squarcio sulle vicissitudini politiche e sulle non sempre facili scelte dell’ebraismo italiano durante il fascismo, come ha giustamente sottolineato Cavaglion nella sua bella Postfazione. Nel capitolo conclusivo infine, dedicato ai ?luoghi della memoria?, Levis Sullam analizza ?il ghetto?, il Risorgimento e la Grande Guerra, attraverso insolite chiavi di lettura dando così una serie di stimolanti interpretazioni alla presenza ebraica veneziana anche ottocentesca.
Senza dubbio il libro di Simon Levis Sullam costituisce una tappa importante per la storiografia sull’ebraismo italiano e per quella dell’ebraismo veneziano in particolare, inoltre il taglio innovativo sul piano metodologico dato dall’autore potrebbe fare da apripista per i nuovi studi sull’ebraismo italiano della prima metà del ‘900, sul quale molto rimane ancora da scrivere.

Tullia Catalan