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Simona Colarizi, Piero Craveri, Silvio Pons, Gaetano Quagliariello (a cura di) – Gli anni Ottanta come storia – 2004

Simona Colarizi, Piero Craveri, Silvio Pons, Gaetano Quagliariello (a cura di)
Soveria Mannelli (Cz), Rubbettino, pp. 367, euro 22,00

Anno di pubblicazione: 2004

Questo volume collettaneo, nato dall’omonimo convegno tenutosi a Roma nel marzo 2003, riproduce contributi dei quattro curatori e di altri otto studiosi. Due saggi, quello scritto da Gaiotti insieme a Rossi, e quello di Berta, si occupano rispettivamente di politica monetaria e relazioni industriali, tutti gli altri si incentrano sulla politica, con un’apprezzabile attenzione alla dimensione internazionale in Gualtieri (L’impatto di Reagan), Nuti (Lo schieramento dei missili), Varsori (L’integrazione europea).
L’iniziativa, mi sembra, può essere avvicinata ai convegni del 2001 su L’Italia repubblicana degli anni Settanta, e come quella cerca di portare le questioni sul piano della riflessione storiografica, peraltro incontrando maggiori difficoltà: maggiori sono le tentazioni di attualizzazione e si moltiplicano gli argomenti controfattualistici che appartengono di diritto ai protagonisti, ma di cui uso più prudente usano fare gli storici. Così la tematica delle occasioni perdute, o mancate, è tematizzata sin nel titolo dei contributi di Varsori e di Berta. Non aiuta il salto di qualità (qui come in altre sedi) nemmeno l’abitudine di delegare a studiosi provenienti da un certo gruppo politico l’analisi su di esso: così gli ex comunisti Barbagallo e Pons parlano del PCI, l’ex socialista Colarizi del PSI, il cattolico Giovagnoli della DC (possibile eccezione, il saggio di Chiarini sulla Lega). Ciò sia detto facendo salva l’indubbia competenza degli studiosi sui rispettivi argomenti, e la qualità dei singoli contributi.
In maniera convincente, la gran parte dei contributi tende a vedere gli anni ’80 quale prodromo del collasso della ?Prima Repubblica?. La migliore rappresentazione delle dinamiche del sistema è fornita qui dalla Democrazia Cristiana, la cui crisi, scrive nell’esordio del suo saggio Giovagnoli, può essere colta solo dall’esito finale visto che essa si trova nella ?singolare? condizione di essere esistita ?solo come partito di governo, mentre la fine di queste funzioni ha coinciso con la sua dissoluzione? (p. 65). Anche l’eterno avversario comunista regge sia pure in un trend di lento declino elettorale, ma attivando meccanismi di chiusura identitaria, e come paralizzato da un problema in apparenza residuale, quello antico della sua collocazione nel campo democratico occidentale. La questione più controversa, quella del craxismo, è invece qui resa in maniera fin troppo pacificata: eppure si tratta di un progetto collassato per la miriade delle sue interne contraddizioni, che non sempre e non tutte (mi sembra) vengono enfatizzate da Craveri e Colarizi. Il saggio di Quagliariello sull’evoluzione politico-istituzionale rappresenta un’utile chiusura del volume, disegnando un quadro molto composito, dove il riconoscimento della spinta al rinnovamento non fa velo sulla realtà di un ?impantanamento? in ?pratiche consolidate, che non solo resistono ??? ma rivendicano persino un rinnovamento della loro legittimità?, dove si ricostruiscono dinamiche contraddittorie, non dominabili da alcuno dei protagonisti, e destinate a condurre all’?implosione del sistema? (pp. 178-80).

Salvatore Lupo