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Simone Duranti – Lo spirito gregario. I gruppi universitari fascisti tra politica e propaganda (1930-1940) – 2008

Simone Duranti
prefazione di Enzo Collotti, Roma, Donzelli, XII-403 pp., euro 27,00

Anno di pubblicazione: 2008

Il volume di Duranti affronta il tema dei Gruppi universitari fascisti occupandosi dei giovani attivisti che ne animarono le iniziative e le pubblicazioni tra il 1930 e il 1940. In modo particolare sono presi in esame la loro autorappresentazione come gruppo e i messaggi propagandistici diffusi con i loro scritti. Fonti della ricerca sono principalmente le riviste dei Guf (anche se non si tratta di uno studio del giornalismo universitario) e le carte della Segreteria Guf presso l’Acs. L’analisi dell’autorappresentazione dei militanti gufini è quella che contiene gli spunti più interessanti, mettendo bene a fuoco il modo in cui i ventenni degli anni ’30 che erano attivi nell’organizzazione universitaria, e si candidavano quindi a divenire la nuova classe dirigente del regime, si rapportavano alla precedente generazione fascista della guerra e della marcia su Roma, nell’intento di affermare un’identità autonoma e di costruirsi, proprio con l’impegno nelle strutture del Pnf, canali di promozione sociale. Efficace è anche la ricostruzione del crescente peso dei Guf, soprattutto a partire dal tornante guerra d’Etiopia-guerra di Spagna, sia nel condizionare la vita universitaria, sia nel sostenere la penetrazione ideologica del fascismo nella società. L’esame, infine, dei contenuti propagandistici veicolati dalle riviste dei vari Gruppi universitari fascisti, rivelando quanto fossero per lo più casse di risonanza, nelle versioni più esasperate, di messaggi elaborati altrove, mette ben in risalto il senso di quello «spirito gregario» che caratterizzò, a parere dell’a., l’organizzazione universitaria fascista. Duranti colloca la sua ricerca anche nel quadro di un discorso polemico diretto contro la memorialistica e la storiografia sui Guf (a eccezione del libro di Luca La Rovere), accusate di aver contribuito a creare il mito dell’antifascismo dei giovani del Littorio. Svolto specificamente nell’introduzione e nell’epilogo, il tema attraversa tutto il volume e ne costituisce però l’aspetto più problematico. Nel contestare la precedente produzione sul tema del rapporto tra universitari e fascismo, infatti, Duranti ne riporta un’immagine stereotipata ed eccessivamente semplificata, date le vaste implicazioni del tema e la sua stratificazione nel tempo, non entrando sufficientemente nel merito delle differenti espressioni e valutazioni succedutesi negli anni. La scelta, poi, di un apparato di note leggero, circostanziato nell’indicazione delle fonti primarie, ma ridotto all’essenziale per la discussione storiografica, accentua questo limite. Né l’aver corredato il volume di una bibliografia aiuta, in quanto non si tratta di una bibliografia ragionata, ma solo di un elenco di opere e di saggi in ordine cronologico. Risulta così difficile valutare le reiterate affermazioni dell’a. intorno alla memorialistica e alla storiografia (sovente citate in blocco, senza distinzioni) quali responsabili di una «vulgata tradizionale su una generazione di dissidenti» (p. 34), di cui però non vengono puntualmente analizzate le diverse fasi e declinazioni.

Benedetta Garzarelli