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Stefano Bottoni – Un altro Novecento. L’Europa orientale dal 1919 a oggi – 2011

Stefano Bottoni
Roma, Carocci, 404 pp., Euro 27,00

Anno di pubblicazione: 2011

Con questo volume Stefano Bottoni esamina la vicenda novecentesca dell’Europa orientale (o centro-orientale, lo spazio russo e sovietico rimanendo escluso dalla trattazione). Si tratta di un lavoro di sintesi ma al tempo stesso ambizioso, considerato come durante il «secolo breve» l’Europa orientale abbia sperimentato un percorso complesso, scandito da fenomeni che l’hanno distinta in maniera sostanziale dal resto del continente: la disgregazione dei grandi imperi multietnici, multireligiosi e dinastici tradizionalmente egemoni nella regione; il tentativo di organizzare una serie di Stati nuovi o radicalmente trasformati, aspiranti a una legittimazione sulla base del principio di nazionalità ma gravati da contraddizioni di ordine sociale, economico e politico; la sottomissione o la conquista ad opera della Germania nazionalsocialista e, in qualità di partner minore, dell’Italia fascista; la tragedia non solo dell’Olocausto, che proprio qui ha mietuto la maggior parte delle sue vittime, ma anche degli spostamenti di popolazione che durante la seconda guerra mondiale e al suo indomani hanno provocato una drammatica semplificazione etnica; il forzoso inserimento per quattro decenni nel blocco sovietico; le rivoluzioni o comunque i rivolgimenti del 1989; la delicata transizione post-comunista, degenerata nei Balcani occidentali nelle guerre jugoslave.Bottoni si muove con competenza attraverso questo «altro Novecento», mostrando familiarità con un’ampia letteratura italiana e straniera e dando prova di complessivo equilibrio. Volendo formulare un giudizio sulle singole parti del volume, forse il quadro è meno efficace per il ventennio tra le due guerre mondiali, che viene tratteggiato in maniera schematica attraverso una rassegna delle vicende dei singoli paesi dell’Europa orientale. Molto più convincente risulta l’esame del periodo comunista, al quale è dedicato il nucleo centrale del lavoro. Qui l’a., che con l’argomento si era già confrontato in una serie di studi, a partire dalla monografia Transilvania rossa, offre una descrizione convincente delle evoluzioni sperimentate dai membri del campo socialista e dell’andamento dei loro rapporti con Mosca. Infine, decisamente apprezzabile è l’attenzione dedicata agli eventi del 1989 e alle trasformazioni intervenute da allora, che in altri testi sono spesso ridotti a mera appendice conclusiva. Bottoni riesce invece a proporre una sintesi aggiornata ed equilibrata, sottraendosi a banali trionfalismi ma anche a immotivati allarmismi. Come avverte nelle ultime pagine, non sono il nazionalismo, l’antisemitismo o il fondamentalismo religioso la chiave di lettura per comprendere il futuro di una regione sempre più profondamente integrata con il resto del continente (tanto da poter essere ormai qualificata con difficoltà Europa orientale). Piuttosto, le autentiche sfide sono sollevate da fenomeni nuovi quali l’emigrazione e il declino demografico, ai quali eventualmente si può aggiungere la delicata questione del trattamento di ampie e spesso sottostimate comunità rom.

Francesco Caccamo