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Stefano Cammelli – Ombre cinesi. Indagine su una civiltà che volle farsi nazione – 2006

Stefano Cammelli
Torino, Einaudi, XXIII-266 pp., euro 16,50

Anno di pubblicazione: 2006

Il volume si propone ? secondo quanto afferma lo stesso autore ? di portare avanti una rilettura dei processi storici, complessi quanto tortuosi, della storia cinese, liberandola «dal crogiuolo di contraddizioni, erronee interpretazioni, pericolosi fraintendimenti» (p. XIII) evidenziati dall’analisi storiografica occidentale dell’Ottocento. Occorre dunque ? sottolinea Stefano Cammelli ? portare avanti una riflessione diversa e più attenta sulla Cina, sul «farsi della sua identità» nel millenario processo da «impero» a «nazione» (concetto, questo, che esiste ? a differenza di quanto afferma in modo semplificato Cammelli: semmai ? mi pare ? diversi sono i contesti significativi in cui esso è nato e viene abitualmente usato, soprattutto nell’ambito del discorso politico).In realtà, il volume si presenta come qualcosa di non facilmente definibile: non è infatti una storia della Cina ma non è nemmeno un’analisi sufficientemente dettagliata e articolata del processo di costruzione e di sviluppo di una «identità cinese». L’opera appare infatti seguire in certe parti una scelta cronologica ma in altre si richiamano aspetti, concetti ed eventi già toccati in precedenza, in un sommarsi di questioni e di riflessioni che si intrecciano ma spesso senza un ordine e una coerenza precisi e definiti. La mancanza di una «ossatura» storica del volume si nota altresì nei vuoti che sono lasciati ? apparentemente in modo casuale ? nel corso della narrazione cronologica, oppure nell’insufficiente rilievo che viene dato certe volte a eventi di grande significato nell’ambito del processo storico cinese.La discussione è in vari punti colta ed intreccia elementi della civiltà cinese antica, moderna e contemporanea (ma soprattutto antica e moderna) con altri inerenti la civiltà europea ed occidentale. Tuttavia, i temi trattati e l’analisi condotta propongono sostanzialmente una ricostruzione di tesi e di valutazioni già avanzate da autori vari nel corso degli anni, senza una vera e propria visione critica dei grandi passaggi epocali che hanno segnato la storia della civiltà cinese e che sono stati ? e in parte continuano ad essere ? oggetto di dibattito storiografico. Infine, la bibliografia: è abbastanza ampia ma non è facile decifrare con quali criteri sono state incluse certe opere e non altre, non meno fondamentali (ad esempio, per restare solo al periodo dell’Ottocento e Novecento, gli studi di Bastide, Bergère, Bianco, Dirlik, Mac-Farquhar, Saich, Schoppa, Schram Zarrow, e altri ancora). Inoltre, si nota la quasi totale assenza di riferimenti alla notevole pubblicistica in lingua italiana prodotta in particolare nel corso degli ultimi anni (se si fa eccezione per rari casi, inclusi scritti dell’autore stesso), sia nel campo degli studi sulla civiltà cinese antica, sull’evoluzione storica dell’Impero nel corso dei secoli, sia ancora per quanto concerne gli studi sul processo di grandi mutamenti conosciuti dalla Cina tra il XIX e il XX secolo, sino ai giorni nostri.

Guido Samarani