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Stefano D’Errico – Anarchismo e politica. Rilettura antologica e biografica di Camillo Berneri – 2007

Stefano D’Errico
Milano, Mimesis, 752 pp., Euro 48,00

Anno di pubblicazione: 2007

Negli ultimi anni si sono pubblicati vari libri su Berneri dando finalmente spazio al suo pensiero, molto articolato e complesso. Questo ampio studio – risultato di un lavoro metodico e analitico di un militante sindacalista alternativo nel settore dell’istruzione – intende analizzare l’opera intellettuale di Berneri valorizzandone le riflessioni sul difficile rapporto tra il movimento anarchico e la questione della politica. L’anarchismo ha sviluppato molte diffidenze verso la politica, più o meno istituzionale, ma gli scritti di Berneri, per quanto talora poco sistematici, permetterebbero di comprendere le necessarie mediazioni politiche con la realtà sulla quale l’anarchismo interviene per spingerla in senso rivoluzionario e libertario. Nel cercare di dipanare questo nodo teorico e pratico, l’a. si confronta criticamente con le riflessioni di Giampietro Berti (Il pensiero anarchico dal Settecento al Novecento, Manduria, Lacaita, 1998). Il punto centrale della «quadratura del cerchio» tra le spinte anarchiche, quasi sempre considerate antipolitiche in quanto antigovernative e antistatali, e le questioni politiche insuperabili, tra cui quelle del gradualismo e delle alleanze, verrebbe affrontato dal pensatore e militante esiliato, in Francia e poi in Spagna, che scrive e agisce «additando mete immediate, interpretando reali e generali bisogni, rispondendo a sentimenti vivi e comuni» (p. 399). Gli strumenti con cui far progredire il progetto libertario, secondo l’interpretazione che l’a. offre della teoria e della prassi berneriane, sarebbero identificati nell’anarcosindacalismo, nell’associazionismo autonomo, nell’organizzazione specifica anarchica e nel comunalismo federalista. Le teorizzazioni di Berneri lo porteranno a cercare un terreno di confronto e di collaborazione con il movimento di Giustizia e Libertà, sia nel logorante esilio francese che nella dura esperienza spagnola. Una parte importante del volume è dedicata alla Spagna, paese dal forte radicamento anarcosindacalista dove si realizza l’accordo, militante anche se provvisorio, con Carlo Rosselli e dove le posizioni di Berneri saranno, secondo D’Errico, molto equilibrate e attente oltre che, per certi versi, temerarie al punto di costargli la vita. Il grosso volume esamina circa 300 articoli e scritti berneriani alla luce del loro possibile insegnamento per l’anarchismo del futuro. In questo sforzo l’a. passa dai temi più prettamente teorici (la critica al marxismo) a quelli contingenti (le mire di Mussolini sulle Baleari), da questioni personali (l’esilio e la famiglia) a scritti sperimentali (le doti di attore del «duce», la psicanalisi). In fin dei conti queste pagine ci offrono un ritratto efficace, sia pure criticabile per una certa strumentalità, di uno dei pochi intellettuali anarchici italiani degli anni ’20 e ’30. Tra l’altro Berneri, lo ricorda spesso D’Errico, ebbe il merito di rifiutarsi di spiegare le sconfitte dei movimenti popolari libertari in Europa con la pura denuncia dell’altrui violenza repressiva o con la reiterazione di posizioni rigide e quasi dogmatiche.

Claudio Venza