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Stefano Maggi, Annalisa Giovani – Muoversi in Toscana. Ferrovie e trasporti dal Granducato alla regione – 2005

Stefano Maggi, Annalisa Giovani
Bologna, il Mulino, pp. 345, euro 30,00

Anno di pubblicazione: 2005

I trasporti rappresentano, oggi più che mai, una questione di prioritaria importanza. Primo, perché il sistema trasportistico italiano sta mostrando tutte le sue deficienze strutturali create da oltre quaranta anni di scelte errate. Secondo, perché i continui disservizi nella mobilità pendolare e urbana alimentano un’insoddisfazione diffusa che ? nutrita da un’informazione spesso approssimativa e incapace di illustrare le cause remote dei complessi problemi odierni ? crea terreno fertile per quell’antipolitica di matrice populista, non a caso oggi così popolare. Se andiamo a sfogliare le pagine locali dei quotidiani, le troviamo piene di lettere di pendolari e utenti del servizio urbano che contrappongono le loro difficoltà quotidiane ai privilegi degli amministratori locali, ?rei? di avere sempre a disposizione ?auto blu? libere di entrare nelle zone interdette al traffico e di bypassare qualsiasi divieto o blocco della circolazione. Terzo, perché sembra tornato di attualità uno dei mali storici che da sempre accompagna, in Italia, le scelte di politica infrastrutturale: la cosiddetta sindrome Nimby (Not In My Back Yard), ben esemplificata dalle proteste del movimento contro l’alta velocità ferroviaria attivo fra il 1992 e il 1999 in Toscana e adesso in Piemonte.
Da qui, l’importanza di nuovi contributi scientifici dedicati ai trasporti che vadano ad aggiungersi all’esigua storiografia. Il merito principale di questo volume, nonostante una certa preferenza accordata al trasporto su rotaia, è quello di offrire uno sguardo d’insieme sull’evoluzione della mobilità in Toscana: dalle vetture di posta all’arrivo del vapore nell’epoca dei Lorena fino all’alta velocità ferroviaria (fra l’altro, ancora di là da venire). Di grande interesse sono i paragrafi dedicati allo sviluppo del trasporto pubblico locale e del tram in particolare, in quanto la fortuna di questo mezzo iniziò rapidamente a declinare fin dalle prime avvisaglie di congestione del traffico sul finire degli anni Cinquanta. In tutta Italia, infatti, le amministrazioni comunali affrontarono il problema limitandosi a liberare le sedi stradali dai tram che giudicavano un anacronistico ostacolo alla circolazione degli autoveicoli. In soli tredici anni, nelle otto principali città italiane (Firenze fra queste), la rete tranviaria fu smantellata: i km di tranvie passarono dai 1,159 del 1953 ai 447 del 1966.
Uno dei momenti più interessanti del volume sono le pagine che la Giovani dedica all’architettura e alla letteratura sulle ferrovie toscane. La Giovani ? dipanando un viaggio ferro-letterario da Carducci ad Alessandro Bonsanti ? prova a fare un po’ quello che a York ha fatto Ralph Harrington impiegando le fonti letterarie per i suoi studi sulle ferrovie britanniche (cfr., ad esempio, i working papers Ghosts, Trains and Trams: the Technologies of Transport in the Ghost Stories of M.R. James e Perceptions of the Locomotive Driver: Image and Identity on British Railways 1840-1950 su www.york.ac.uk/inst/irs/irshome/home/alpha.htm#h).
Da segnalare, infine, l’interessante materiale iconografico assai utile per illustrare visivamente i mutamenti urbanistici e paesistici indotti dallo sviluppo dei mezzi di trasporto.

Federico Paolini