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Stefano Pivato e Anna Tonelli – Italia vagabonda. Il tempo libero degli italiani dal melodramma alla pay-tv – 2001

Stefano Pivato e Anna Tonelli
Roma, Carocci, pp. 218, euro 17,56

Anno di pubblicazione: 2001

I due autori hanno prodotto nell’ultimo decennio lavori di indubbio interesse su temi poco frequentati dalla storiografia italiana, quali quelli della storia dello sport (Pivato) e del ballo (Tonelli). Temi che confluiscono nel vasto campo della storia del tempo libero, a cui la stessa storia sociale ha prestato attenzione in modo discontinuo e privilegiando solo alcune tra le tante attività classificabili alla voce loisir. Riunendo in felice sinergia le loro competenze, Pivato e Tonelli propongono ora un’agile sintesi di storia del tempo libero nell’Italia contemporanea. Il volume si compone di cinque capitoli, preceduti e seguiti da una Introduzione e una Postfazione redatte a quattro mani. La predilezione dei due autori per i temi di rispettiva competenza segna non poco l’organizzazione della materia: nei primi tre capitoli, che si devono a Pivato, l’analisi della dilatazione del tempo libero tra la metà dell’Ottocento e la seconda guerra mondiale è scandita soprattutto dalle trasformazioni dello sport, nel suo duplice aspetto di pratica atletica e di spettacolo; negli ultimi due, invece, Anna Tonelli sposta piuttosto l’attenzione sulla fruizione sempre più di massa di suoni e immagini che accompagna la vicenda dell’Italia repubblicana.
Ma la centralità di questi temi non significa che siano esclusi altri momenti fondamentali della storia del loisir. Così, per l’età liberale e il fascismo, accanto allo sferisterio, al Giro d’Italia, alle Olimpiadi, all’associazionismo sportivo, a Primo Carnera o alla Coppa Rimet, trovano spazio molte altre attività legate al tempo libero, dal melodramma alla vacanza, dal gioco al viaggio, dalle feste all’oratorio. Lo stesso può dirsi per gli ultimi cinquant’anni, nei quali cinema e ballo hanno un ruolo di primo piano anche in quanto preludono alla fruizione di massa di una gamma sempre più ampia di eventi e occasioni. Qui il discorso da un lato si allarga a dismisura, data la crescita esponenziale del consumo di prodotti materiali e immateriali che segnano la trasformazione dei modelli di vita; dall’altro tende ad annullarsi, via via che la quota di tempo libero a disposizione aumenta, e che dal modo di occuparlo dipende sempre più l’identità di individui e gruppi, non più segnata, nella società postfordista, dai tempi del lavoro.
La varietà della materia trattata ha indotto gli autori ad affidare l’approfondimento di alcuni temi a otto brevi ?sipari?, frapposti fra i singoli capitoli. Espediente efficace, questo, che in parte rimedia alla difficoltà di dare spessore, in uno spazio così ridotto, a fenomeni tra loro diversi e piuttosto complessi che occupano un arco di tempo di un secolo e mezzo. La destinazione divulgativa e didattica del testo avrebbe richiesto, tuttavia, una più puntuale definizione cronologica dei tanti modi di fruire del tempo libero. Non sempre, infatti, si riesce a cogliere l’effettiva incidenza nei comportamenti sociali di costumi, pratiche e mode, di cui origine e diffusione sono collocate un po’ troppo spesso in un passato indicato con formule piuttosto vaghe (nel corso dell’Ottocento; a partire dalla seconda metà dell’Ottocento; tra Ottocento e Novecento ecc.).

Alfio Signorelli