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Stefano Sepe (a cura di) – I prefetti in età repubblicana, 1946-2002 – 2007

Stefano Sepe (a cura di)
Prefazione di Carlo Mosca, Bologna, il Mulino, 372 pp., Euro 27,00

Anno di pubblicazione: 2007

Introdotta da una Prefazione di Carlo Mosca, attuale prefetto di Roma e per molti anni direttore della Scuola superiore dell’amministrazione dell’Interno (che questa ricerca ha commissionato), il libro curato da Stefano Sepe analizza la composizione e il ruolo del corpo prefettizio, basandosi principalmente sull’analisi dei dati presenti nei fogli matricolari dei 1.204 prefetti che hanno esercitato la funzione dal 1946 al 2004. Nonostante che la ricerca abbia anche un chiaro intento autocelebrativo, al fine di ovviare a quella «identificazione frammentata» e a quell’«identità smarrita», caratteristica di tutta l’amministrazione statale a partire dagli anni ’70, ed esplicitamente richiamata da Sepe nel suo ampio saggio di apertura, il volume rappresenta nondimeno la prima ricerca prosopografica a largo raggio sull’istituto prefettizio nella storia italiana.L’elaborazione dei dati quantitativi (relativi a provenienza geografica, titolo di studio, percorsi di carriera, nomine e movimenti per governi e per ministri) sostanziano soprattutto i due saggi centrali scritti da Laura Mazzone e da Giovanni Vetritto. Mazzone si concentra in misura prevalente sui dati relativi alla carriera (età media di nomina dei prefetti, tempi media di carriera, distribuzione degli incarichi tra sedi provinciali, amministrazione centrale e uffici esterni, concentrazione delle nomine e degli spostamenti all’interno dei diversi governi). Vetritto, invece, analizza i dati più propriamente anagrafici, fornendo un profilo sociologico del funzionario prefettizio. Entrambi offrono al lettore spunti importanti di riflessione sia in merito al funzionamento interno della pubblica amministrazione sia riguardo alla composizione della dirigenza amministrativa. Mi limito a segnalarne due. Il primo riguarda l’incremento del numero di nomine dei prefetti nel decennio della regionalizzazione (1971-1980), quasi doppio rispetto al decennio precedente, da leggere in concomitanza con l’abbassamento degli anni in carica prima dell’uscita dalla carriera e con l’aumento degli incarichi conferiti presso altre amministrazioni. Il secondo invece riguarda l’identikit prevalente del prefetto in età repubblicana (maschio, meridionale, laureato in Giurisprudenza, proveniente dai ruoli dell’Interno), che risulta solo lievemente più mosso a partire dagli ultimi decenni (dove il centro assiste ad una rimonta, anche a motivo dell’entrata delle donne nella carriera).Oltre ai saggi citati e una ricca appendice statistica, il volume comprende anche un estroso contributo metodologico relativo all’elaborazione dei dati quantitativi di Michele Fianco, che ne assunto la cura, e dieci interviste a prefetti in servizio e a riposo, che, nonostante alcune reticenze, costituiscono un’utile testimonianza sulla cultura e sulla mentalità della dirigenza amministrativa.

Francesca Sofia