Cerca

Storia economica delle migrazioni italiane

Francesca Fauri
Bologna, il Mulino, 240 pp., € 22,00

Anno di pubblicazione: 2015

Storica economica con una forte attenzione agli aspetti istituzionali, Francesca Fauri si è dedicata da qualche anno allo studio delle emigrazioni italiane ed europee. Il volu- me si inserisce quindi in un percorso lungo di riflessione, che ha portato l’a. a maturare un approccio sulla mobilità internazionale originale e di grande interesse. Si vedano ad esempio il saggio sull’Istituto di credito per il lavoro italiano all’estero apparso su «Studi storici» (n. 1, 2009) e la recente curatela di un’importante raccolta di saggi dalle diverse impostazioni disciplinari (The History of Migration in Europe. Prospectives from economics, politics and sociology, London-New York, Routledge, 2015).
Il volume si propone quindi come una sintesi dell’emigrazione italiana dalla metà dell’800 a oggi, in cui i dati economici dialogano continuamente con il contesto sociale e con gli interventi istituzionali adottati di volta in volta dai singoli Stati o dalle orga- nizzazioni internazionali. Facendo proprie le critiche avanzate dalla New Economics of Labour Migration ai modelli neoclassici e monocausali (pp. 26-27), Fauri tiene insieme i principali elementi che la storiografia economica ha utilizzato per analizzare le migrazioni (salari, demografia, catene migratorie, politiche) sottolineandone però sempre i limiti esplicativi. La vicenda dell’emigrazione italiana negli Stati Uniti di primo ’900 e delle risposte che vennero dal Congresso è studiata in maniera approfondita facendo ampio ricorso alle fonti (gli atti dell’Immigration Commission e l’archivio della Public Library di New York). Il focus sui maggiori paesi di immigrazione nel continente americano prende in analisi anche la storia dell’immigrazione italiana in Argentina e in Brasile, con parti- colare riguardo all’imprenditoria etnica; un breve capitolo sulle migrazioni nell’Africa mediterranea testimonia l’interesse dell’a. per questo tema.
Sul versante delle aree di partenza, è notevole la capacità di tenere insieme le acquisi- zioni della storia sociale delle migrazioni italiane, che ha messo in evidenza la complessità del mosaico della mobilità a uno sguardo ravvicinato (Franco Ramella, Andreina De Cle- menti), con la disamina dei principali provvedimenti politici presi dallo Stato italiano e con un’analisi della consistenza e degli effetti economici delle rimesse.
Il pregio maggiore del volume sta proprio nella chiarezza con cui vengono fatti in- teragire il livello politico, economico e sociale, a dimostrazione della validità del soggetto nel mettere sotto pressione i confini disciplinari. Va rilevato però un difetto: il volume, per essere una sintesi, manca di equilibrio tra le sue parti. Almeno il 70 per cento del libro è dedicato al primo quarto del ’900, mentre il periodo fascista occupa poche pagine. La fase successiva alla seconda guerra mondiale (raccontata attraverso la documentazione de- gli archivi nazionali britannici) è sviluppata fino alla fine degli anni ’60: la crisi petrolifera invece è appena accennata e la narrazione si conclude saltando alle vicende degli ultimi dieci anni.

Stefano Gallo