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Thomas Schlemmer (a cura di) – Die Italiener an der Ostfront 1942-43. Dokumente zu Mussolinis Krieg gegen die Sowjetunion – 2005

Thomas Schlemmer (a cura di)
München, Oldenbourg, pp. VII-295, euro 24,80

Anno di pubblicazione: 2005

Pubblicato nella collana dell’Institut für Zeitgeschichte di Monaco, questo volume, di natura saggistica e documentaria (le prime 75 pagine costituiscono una densa introduzione, le successive presentano 29 documenti coevi, 15 italiani, 14 tedeschi) rappresenta il primo frutto di una ricerca che l’autore ha sviluppato durante un lungo soggiorno presso il Deutsches Historisches Institut di Roma. Collaboratore di Hans Woller, studioso noto per le ricerche sull’Italia nel secolo XX, Schlemmer è un esponente della terza generazione di storici tedeschi interessati al nostro paese. Oggetto della ricerca è la partecipazione dell’esercito italiano alla ?campagna di Russia? a fianco della Wehrmacht. Nelle prime pagine l’autore si confronta con la letteratura esistente, rilevando il peso della memorialistica rispetto alla scarsità di analisi fondate sulla ricerca documentaria; a ciò viene ascritto il formarsi di stereotipi riassumibili nei concetti di ?italiani vittime? e ?italiani brava gente?, a cui fanno da corollario altre convinzioni diffuse quali la pessima qualità dell’equipaggiamento a disposizione dei reparti mandati al fronte orientale, il costante atteggiamento di superiorità e disprezzo mostrato dall’?alleato’ tedesco, la superba modernità dell’armamento di quest’ultimo, i rapporti sostanzialmente corretti instauratisi tra i militari italiani e la popolazione civile dei territori sovietici occupati, il carattere meramente politico della decisione mussoliniana di partecipare alla campagna di Hitler e così via. L’analisi della documentazione, reperita presso l’Archivio dell’Ufficio storico dello Stato maggiore dell’esercito e integrata con i fondi del Bundesarchiv-Militärarchiv di Friburgo, mostra l’inanità di gran parte delle idées reçues circolanti: al momento dell’intervento gli italiani erano armati in modo comparabile agli altri, e del resto nella Wehrmacht la motorizzazione riguardava non più del 20 per cento delle unità; quanto ai rapporti tra italiani e tedeschi, essi costituiscono un terreno complesso, ma solo dopo la catastrofe sul Don dell’inverno 1942-43 si può parlare di crisi; come mostrano i progetti di parte italiana, tesi a trasformare vaste estensioni di territorio sovietico occupato in colonie permanenti da cui ricavare cereali e materie prime, non mancarono spinte imperialistiche in senso stretto; i rapporti tra civili e occupanti (che tali erano soldati e ufficiali del regio esercito, la cui giurisdizione alla fine del 1942 si estendeva su 21 distretti con 265 centri abitati e 476.000 residenti) non furono differenti da quelli sperimentati, sulla propria pelle, dagli italiani dopo l’8 settembre 1943: distruzione di villaggi, fucilazioni di ostaggi, stragi. E non solo, perché non mancano tracce di un’attiva collaborazione al rastrellamento e alla cattura di civili ebrei, destinati all’eliminazione. Oltre a essere una monografia di valore, il volume curato da Schlemmer rappresenta, a mio giudizio, un buon contributo a un’ineludibile riflessione collettiva sui crimini di guerra dell’Italia fascista.

Brunello Mantelli