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Toti Rochat – Via Monte Grappa 62/b. La comune di Cinisello negli anni ’70 tra scuola popolare e lotte operaie – 2010

Toti Rochat
Venezia, Marsilio, 269 pp., € 18,00

Anno di pubblicazione: 2010

Tra i rari lavori sul fenomeno comunitario italiano, il libro di Toti Rochat è di taglio memorialistico, come chiarito nell’introduzione. Moglie del pastore Giorgio Bouchard e già autrice di un libro sul rapporto tra protestantesimo e femminismo, Rochat fu parte del gruppo evangelico valdese che nell’autunno del ’68 diede vita ad un esperimento di vita in comune, collateralmente all’istituzione di una scuola serale (e di un gruppo politico denominato «Lombardini») in un borgo industriale di recente immigrazione. Il libro è frutto di un lavoro collettivo di memoria dei protagonisti del gruppo, ma allo stesso tempo «racconto assolutamente soggettivo e parziale» dell’a. (p. 12). Tra memoria collettiva e «pubblica» di un’esperienza con una certa eco mediatica, memoria individuale di donna e di protagonista e insieme racconto di vita, esso non è la storia di una comune ma di un contesto politico-sociale.Il libro si apre con una scena da romanzo noir (l’irruzione notturna della polizia), che elude uno dei maggiori nodi critici della memoria storica degli anni ’70: il rapporto con il terrorismo e la violenza politica. Dalla genesi e dalle caratteristiche ideologiche del progetto (in cui è di particolare interesse l’intreccio delle reti politico-culturali), Rochat muove su aspetti «esterni» come il quartiere di Cinisello Balsamo e le storie di vita degli allievi della scuola serale (con in appendice una selezione dei loro elaborati). Operai immigrati, soprattutto donne, ma anche emarginati, vandali e ladruncoli sono catturati con sensibilità femminile (e femminista) nell’attenzione al dato soggettivo, indicando la natura riduttiva e stereotipa di molta sociologia sul fenomeno migratorio e sulle forme d’integrazione sociale.Dopo alcune pagine sull’intervento in lotte di vari contesti lavorativi, il libro ne dedica altre agli spazi quotidiani e alle relazioni interne alla comune. Tra scorci riservati a pasti, musica, eventi culturali ed intimità relazionale degli incontri notturni, lo scarso approfondimento degli aspetti più cruciali e problematici degli esperimenti comunitari degli anni ’60 (democrazia interna, crescita dei bambini, conformismo ideologico, etc.) riflette tanto la peculiarità stessa del progetto di Cinisello, di matrice marxista e protestante, non direttamente toccato dal femminismo; quanto i «silenzi» tipici delle narrative a-conflittuali caratteristiche dei leader. Significativamente nella memoria della comune contano le forme politiche di militanza, come il supporto della comune ai rifugiati politici cileni e sudafricani, più che «private». Il libro si conclude con un excursus sugli anni ’80 e ’90 e con una riflessione sui lasciti dell’esperienza di vita in comune.Valida testimonianza storica di un contesto umano e politico-sociale, apprezzabile per la commistione di ricordi e materiale documentario e per la concentrazione su aspetti contestuali storiograficamente meno noti, il libro documenta non solo la varietà delle forme e delle ideologie intrecciate al fenomeno comunitario degli anni ’70, ma anche i modi di raccontare il ’68, inclusi i «silenzi» (in primo luogo la violenza politica) ormai parte di versioni collettive e private.

Sofia Serenelli