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Tra atlantismo e scelta araba. Democrazia cristiana e Medio Oriente nell’età del centrismo

Rosaria Leonardi
Roma, Aracne, 422 pp., € 22,00

Anno di pubblicazione: 2015

Il volume ricostruisce la genesi e l’evoluzione della politica arabo-mediterranea della
Democrazia cristiana in un arco di tempo ampio, dalla nascita della Repubblica agli inizi
degli anni ’60, mettendo in luce le articolazioni, le differenze e il dibattito interno al partito
di maggioranza relativa in un ambito esterno alle imprescindibili direttrici atlantica
ed europea, e che si prestava pertanto a una maggiore discrezionalità.
La ricerca, articolata in quattro capitoli, inquadra nel primo la ripresa – dal punto di
vista storiografico – dell’azione internazionale dopo la guerra e i punti di continuità con
la politica estera liberale prima e fascista poi, soffermandosi sulle basi ideali e culturali che
ispirarono, in particolare, la sinistra Dc. Il secondo capitolo ripercorre le principali vicende
politiche degli anni oggetto della ricerca, inquadrando le evoluzioni all’interno del
partito e l’emergere delle figure di Gronchi e Fanfani. Presentando questi due esponenti,
come eredi della politica di De Gasperi, e in particolare il secondo, di cui esalta la politica
mediterranea e araba come ambito privilegiato di intervento dopo il fallimento dei più
ambiziosi progetti politici europei, l’a., a mio giudizio, opera una forzatura e dà un peso
eccessivo a uno degli ambiti di politica estera, importante ma non prevalente, di Fanfani
(si veda pp. 143 e ss. e pp. 157 e ss.). Il terzo e il quarto capitolo ripercorrono nel dettaglio
la politica mediterranea e araba dell’Italia e il dibattito che ha suscitato all’interno della
Dc negli anni ’50.
Questo volume si inserisce nel filone storiografico che indaga il dibattito interno al
partito di maggioranza relativa in Italia evidenziando la ricchezza delle posizioni, le divisioni
e le diverse sensibilità che l’hanno animato. Utilizza archivi italiani, documenti editi,
periodici di partito della Dc e una vasta bibliografia riuscendo a delineare con maggiore
chiarezza le posizioni di due esponenti che hanno avuto alte responsabilità politiche e di
governo, quali Gronchi e Fanfani, e lasciando sullo sfondo le visioni di altri importanti
esponenti del partito, e segnatamente della destra Dc, che pure in quegli anni ebbero incarichi
di primo piano nel partito e nel governo. Dalla ricostruzione delle politiche attuate
e delle opposizioni che suscitarono emerge il disegno della sinistra Dc, mentre resta aperto
l’interrogativo se le posizioni assunte dagli oppositori della politica di apertura fossero
meramente di circostanza o se rispondessero a una visione organica della politica estera
della Dc e dell’Italia.
Nel complesso il volume risponde all’esigenza di indagare gli orientamenti e le visioni
di politica estera all’interno del partito che più di ogni altro ha determinato l’azione internazionale
dell’Italia. Opportuno è anche il riferimento alle visioni di personaggi esterni
alla compagine governativa, ma che hanno avuto su di essa una forte influenza e che con
essa hanno interagito, come Giorgio La Pira ed Enrico Mattei.

 Evelina Martelli