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Ulrich Wyrwa – Juden in der Toskana und in Preussen im Vergleich. Aufklärung und Emanzipation in Florenz, Livorno, Berlin und Königsberg i.Pr. – 2003

Ulrich Wyrwa
Tübingen, Mohr Siebeck, pp. 491, euro 54,00

Anno di pubblicazione: 2003

Molto ben documentato sotto il profilo della perlustrazione bibliografica (ben 150 i periodici coevi passati sistematicamente in rassegna e oltre 1000 i titoli elencati) come pure dell’indagine archivistica di prima mano (fondi berlinesi, fiorentini, livornesi), il lavoro di Wyrwa muove da una domanda di fondo tutta inscritta all’interno della storiografia sul Sonderweg tedesco: perché l’emancipazione ebraica in Germania ? tra fine Settecento e Ottocento ? risultò alla fine sostanzialmente deficitaria? Assunta la vicenda prussiana come indicativa dell’intero caso tedesco, l’autore la compara con quella toscana, che ritiene la più idonea tra le italiane preunitarie: può valere infatti come pars pro toto per un paese nel quale all’emancipazione sul piano giuridico si accompagnò una integrazione degli ebrei più riuscita di quella coeva in Germania; inoltre, i casi di Firenze e Livorno (qui gli ebrei erano l’1,4 e il 10 per cento della popolazione nel 1800 e l’1,4 e il 5 per cento nel 1875) presentano le caratteristiche strutturali più simili a quelle tipiche di Berlino e Königsberg (le percentuali corrispondenti : 2 e 1,6 per cento nel 1800, 4,4 e 3,6 per cento nel 1875). Seguendo con grande attenzione i dibattiti toscani sulla questione ebraica tra Sette e Ottocento, Wyrwa sottolinea le non poche ombre che anche nel Granducato si addensarono a tratti su un orizzonte che la storiografia risorgimentale ha descritto talvolta in modo unilateralmente positivo e scopre una diffusione del pregiudizio antisemita più radicata di quanto comunemente ritenuto, pur nel contesto di una società civile più aperta e tollerante di quella prussiana sotto il profilo dell’integrazione materiale degli ebrei nel tessuto sociale. Per la parte ?italiana? del volume, sin queste pagine l’autore offre il contributo più felice, nella misura in cui ? documenti alla mano ? attenua i torni della ?leggenda rosa? sul rapporto virtuoso tra ebrei italiani e Risorgimento. Un’ultima osservazione critica: la storia comparata è un esercizio certamente sempre utile. Ma qui si ha l’impressione che tenda talvolta a farsi un poco artificiosa. Per quanto riguarda l’Italia i casi di Firenze e Livorno paiono effettivamente, sul piano dei numeri e delle percentuali, dare ragione all’autore (forse più all’inizio del periodo considerato che alla fine, quando la pietra di paragone berlinese ? 38.000 ebrei contro i 2700 di Firenze e i 4400 di Livorno ? configura un caso davvero difficilmente confrontabile con gli altri, sul piano delle cifre assolute e dello spessore culturale della comunità, se non su quello delle percentuali); tuttavia il lettore italiano non potrà non avvertire qualche disagio nel vedersi proposta la ?Toscanina? preunitaria come altrettanto esemplare della Prussia degli Hohenzollern in relazione alla dimensione nazionale.
Detto questo, resta comunque da sottolineare il merito di un volume che rappresenta lo studio più ampio e articolato di cui oggi si disponga in relazione a una comunità ebraica italiana preunitaria, e ai rapporti di questa con la società civile circostante.

Marco Meriggi