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Un Welfare State senza benessere. Insegnanti, impiegati, operai e contadi- ni nel sistema di previdenza sociale dell’Unione Sovietica (1917-1939)

Dorena Caroli
Macerata, Eum, 384 pp., € 20,00

Anno di pubblicazione: 2015

Il volume di Caroli, che è un’edizione riveduta e aggiornata di quello del 2008, si inserisce nel filone delle ricerche dell’a. sulla storia sociale dell’Urss negli anni ’20 e ’30, in particolare sulla condizione dell’infanzia e dei modelli educativi e associativi nei primi decenni dell’Unione Sovietica. In questo studio l’a. indaga le origini del sistema di prote- zione sociale elaborato dai bolscevichi e la sua evoluzione tra il 1917 al 1937, attraverso l’intreccio dell’analisi macrostorica del processo di evoluzione della legislazione sociale e di quella microstorica della condizione di determinate realtà, quali le Casse assicurative di Mosca, l’industria di automobili Zil, la «Scuola di Stalin» a Mosca.
Dopo un capitolo di introduzione sulle origini dello Stato sociale nella Russia zarista, l’a. esamina le varie fasi delle riforme bolsceviche del welfare dalla guerra civile all’avvio del II Piano quinquennale, con una particolare attenzione alle motivazioni ideologiche che le ispirarono. Ne viene fuori un quadro molto particolareggiato (in alcune pagine forse eccessivamente), che ripercorre la nascita delle casse di mutuo soccorso e di quelle assicurative, lo sviluppo del dibattito sulle pensioni sociali, sulle indennità per malattia, invalidità o disoccupazione, la precarietà del sistema scolastico. Il lavoro è arricchito dai testi di numerose lettere di reclamo o di richiesta di assistenza da parte di operai, conta- dini, insegnanti, impiegati e pensionati (interessanti quelle alla vedova di Lenin, Nadežda Krupskaja, vice Commissario del popolo per l’Istruzione e considerata attenta alle soffe- renze del popolo).
Attraverso l’analisi della storia della previdenza sociale sovietica e sottolineandone tutti gli aspetti contraddittori – quando non apertamente discriminatori – l’a. punta a dimostrare che il sistema sovietico, soprattutto con Stalin, «non mirò all’attuazione di una politica di solidarietà comunista fondata sul trattamento egalitario delle differenti sociali» (p. 318), ma al contrario fece del sistema previdenziale uno strumento di controllo della popolazione e un meccanismo per forzare l’adesione alla costruzione della società sovieti- ca e alla realizzazione dei piani quinquennali. È una tesi che ritorna costantemente nelle pagine del libro, ben argomentata, che vuole confutare una certa storiografia anglosassone che ha visto nel welfare sovietico – soprattutto negli anni della guerra fredda – un sistema modello da esportare.
Lo studio di Caroli si avvale di numerosi documenti inediti (tradotti dall’a.) prove- nienti da archivi centrali e locali della Federazione Russa. Tale materiale, insieme all’ab- bondante bibliografia di titoli russi, francesi, inglesi, americani, tedeschi e italiani, ha permesso all’a. di realizzare un volume che offre un indubbio contributo agli studi sulla storia sociale dei primi decenni dell’Unione Sovietica e, più in generale, sullo stalinismo.

Alessandro Salacone