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Valeria Ferrari – Civilisation, laicité, liberté. Francesco Saverio Salfi fra Illuminismo e Risorgimento – 2009

Valeria Ferrari
Milano, FrancoAngeli, 223 pp., Euro 23,00

Anno di pubblicazione: 2009

Se in questi ultimi anni la ricerca su Francesco Saverio Salfi ha potuto avvalersi dell’edizione di numerosi fonti inedite e della ristampa di alcune già edite, l’unica accurata ricostruzione biografica rimaneva quella di Carlo Nardi data alle stampe nel lontano 1925. Facendo appunto tesoro dell’importante documentazione acquisita negli anni, Valeria Ferrari in questo libro ripercorre di nuovo l’esemplare vicenda biografica del politico calabrese. Dal precoce engagement negli anni ’80 del ‘700 nei luoghi simbolo dell’intellettualità cosentina, l’a. rivisita così le tappe salienti di questa biografia, che videro Salfi esponente di punta del giornalismo democratico cisalpino, segretario del governo provvisorio della Repubblica napoletana del 1799, intellettuale inserito nell’establishment del Regno d’Italia napoleonico (pur conservando una latomica posizione critica), e, alla sua caduta, esule in Francia, dove fino alla morte (1832) sarà uno dei protagonisti più rilevanti della rete cospirativa parigina. Nell’apparente discontinuità di esperienze politiche e di incontri intellettuali che segnano in profondità questa biografia, l’a. rintraccia l’adesione costante ad una specifica ideologia, fortemente segnata da quella cultura illuminista che rappresenta il giovanile apprendistato di Salfi. Civilisation, laicité, liberté – le tre parole chiave che danno il titolo al volume – sono in sostanza i tre fari che, a parere dell’a., illuminano il suo percorso intellettuale. Civilisation, come adesione ad una filosofia della storia tutta incentrata sull’idea di progresso, capace da sola di motivare le numerose battaglie politiche e civili che videro Salfi protagonista; laicité, come necessità di liberare l’umanità dall’ossequio formale verso precetti astratti, sostituendovi una pubblica educazione che avesse di mira un approccio razionale in vista del raggiungimento della felicità collettiva; liberté, infine, come primaria esigenza individuale e collettiva, all’origine della sua adesione agli ideali del Triennio e alla parallela rivendicazione dell’indipendenza della nazione italiana.Pur riconoscendo la rilevanza di questi concetti ordinatori nella biografia di Salfi, è lecito anche chiedersi se essi siano gli stimoli intellettuali esclusivi di quest’appassionata vicenda biografica e non convivano viceversa con altri, che fanno di Salfi un protagonista del Risorgimento, oltre che un tardo epigono dell’età dei Lumi. Una lettura più accurata dei suoi scritti letterari dell’esilio, per esempio, avrebbe potuto far riemergere la rilevanza del concetto di nazione – e in specie di «genio» italiano – come antidoto vitalistico contro l’immagine museale dell’Italia diffusa all’estero; allo stesso modo una scorsa meno rapsodica alle sue lezioni sulla filosofia della storia di età napoleonica sarebbe valsa a recuperare le angolature elitarie che distanziano Salfi dalla nozione di «perfettibilità» di matrice cordorcetiana. È un Salfi stilizzato quello che emerge da queste pagine, in cui quasi scompare la sofferta riflessione di un protagonista che, come recita lo stesso titolo, congiunge l’illuminismo al Risorgimento.

Francesca Sofia