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Valerio Castronovo (a cura di) – Storia dell’economia mondiale. 6. Nuovi equilibri in un mercato globale – 2002

Valerio Castronovo (a cura di)
Roma-Bari, Laterza, pp. 564, ill., euro 36,00

Anno di pubblicazione: 2002

Con questo volume giunge a conclusione un’ambiziosa operazione scientifica e culturale ideata da Valerio Castronovo: leggere la storia dell’economia mondiale in una prospettiva di lungo periodo che sapesse essere fruibile per un pubblico di cultura medio-alta (target di molte iniziative laterziane), ma che non rinunciasse ad interrogarsi in maniera provocatoria sui maggiori dilemmi che pone un esercizio del genere, che normalmente corre il rischio di limitarsi a sintetizzare quanto già si sa. Agile nella sua ponderosità tematica, il volume limita al minimo l’apparato bibliografico, senza tuttavia perdere in incisività interpretativa. La trentina di saggi compresi in questo libro, affidati tutti a rinomati specialisti nei rispettivi campi d’indagine, copre un’ampia varietà di tematiche, la cui semplice elencazione rischierebbe di esaurire molto dello spazio entro cui è incapsulata questa scheda. Pur nella consapevolezza di tralasciare molti degli aspetti che sono toccati, basti qui accennare al fatto che i temi spaziano dalla tecnologia (in tutte le sue forme ed evoluzioni) al lavoro, dall’evoluzione dei mercati all’analisi dei diversi modelli economici vincenti e perdenti dell’ultimo ventennio ? americano, asiatico, sovietico, europeo e/o renano (come suggerisce da tempo Michel Albert, il quale ritorna sulla questione con un capitolo) ? ai problemi posti dalla globalizzazione in termini di vecchia/nuova distribuzione della ricchezza, alle questioni economiche, ma anche etiche legate all’ingegneria genetica e alle conquiste consentite dalle biotecnologie, dalle enormi e multiformi potenzialità offerte dalle moderne comunicazioni (i media o la multimedialità, come sono soliti dire oggi gli esperti del settore, le telecomunicazioni, Internet) al destino che attende alcune aree del mondo (Cina, India, America latina, Africa), dove vive la quota maggiore della popolazione mondiale e dove sono in atto tendenze a volte di segno drammaticamente opposto. Oggi, in tutte le scienze sociali è diffusa la consapevolezza che è impossibile offrire certezze interpretative o anche solo metodologiche: il mondo è in costante trasformazione, e non è una novità, ma la rapidità dei fenomeni è tale da mettere sovente fuori gioco pure semplici spezzoni analitici. Meglio limitare le asserzioni a modelli interpretativi aperti, che lasciano spazio a visioni alternative. E’ questo il filo rosso che unisce i saggi del volume. ?Se gli economisti avessero un sogno, sognerebbero una società dell’abbondanza. Eppure la scienza economica è basata sul concetto di scarsità. Quello degli economisti sarebbe dunque un sogno di autodistruzione?, scrive in apertura del suo intervento Giorgio Ruffolo. Parafrasando questa bella immagine, si potrebbe dire che il sogno degli scienziati sociali sarebbe quello di saper trasporre perfettamente la complessità del reale nelle loro analisi e, quando richiesti, nelle loro previsioni, ma i loro strumenti analitici li costringono a tagli dell’oggetto d’indagine con l’accetta e non certo con il laser. Non per questo li si può accusare di mutilare la realtà, semmai li si può incoraggiare ad affilare la lama per consentire un taglio che precisi meglio il loro campo d’indagine, ben sapendo che altre accette sono al lavoro.

Luciano Segreto