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Vanni D’Alessio – Il cuore conteso. Il nazionalismo in una comunità multietnica. L’Istria asburgica – 2003

Vanni D’Alessio
Napoli, Filema, pp. 236, euro 12,00

Anno di pubblicazione: 2003

Il libro di D’Alessio si discosta dall’attuale ondata storiografica relativa all’Istria e alle aree circostanti. Quest’ondata è spesso introspettiva, monotematica, incentrata su di una prospettiva sola, su di una singola fase storica. La ricerca di D’Alessio vorrebbe invece contribuire alla ricostruzione di una comunità dell’Istria tra Otto e Novecento. Il caso di studio prescelto è quello di Pisino/Pazin, nell’Istria centrale.
D’Alessio premette alla sua ricostruzione storica un’Introduzione per spiegare l’interesse per la vicenda di una singola comunità in una regione che l’autore, con leggero anacronismo storico, chiama ?multietnica?. È quindi tracciato un profilo storico dell’Istria veneta e austriaca sino a Campoformio. Particolarmente rilevante ed efficace è la sottolineatura della rilevanza della vecchia linea di confine austro-veneta. Il quadro che ne emerge è quello di una classica situazione est europea di polarizzazione tra la ?nazione storica? e il ?popolo senza storia? (in altre parole, privo di classe dirigente riconosciuta).
Nella parte centrale del libro D’Alessio prende in esame la questione dei ?numeri?, e cioè dei diversi censimenti tra Otto e Novecento, e del modo diverso in cui era rilevata l’affiliazione nazionale. Come osserva D’Alessio, ?anche in caso di imparzialità di chi raccoglieva e ordinava i dati, il censimento così concepito favoriva il gruppo nazionale dominante a livello sociale ed economico? (p. 75). In effetti, questa era la logica del censimento absburgico della ?lingua d’uso?, che per sua natura non poteva che misurare la spinta alla mobilità sociale, e quindi all’assimilazione del gruppo nazionale dominante, nella fattispecie quello italiano.
D’Alessio prende poi in considerazione le contese tra croati e italiani, prima sul piano elettorale, e poi su quello dell’organizzazione scolastica, entrambi luoghi di scontro primari tra gruppi nazionali contrapposti. La descrizione dello scontro elettorale è interessante e innovativa (almeno nel contesto storiografico italiano) eppure rimane una riluttanza a liberarsi del tutto della zavorra della prospettiva tarda risorgimentale: ad esempio, è davvero necessario accettare ancora (seppure con riserva) la vecchia teoria del divide et impera imperiale (p. 118), quando è da tempo evidente che si trattava di debolezza della Monarchia nei confronti delle nazioni ?storiche? (compresa quella italiana)? L’autore sembra ancora riluttante a un deciso confronto con le diverse posizioni storiografiche, oltre che ad un uso sistematico della comparazione storica. La parte finale del libro utilizza nuovamente le ricerche di D’Alessio sull’associazionismo nazionale.
Il libro si conclude ricordando la stretta finale che porta alla Grande Guerra e al modo irreversibile in cui la deflagrazione europea segnerà il destino dell’Istria nel corso del XX secolo.
Il lavoro di D’Alessio è destinato a rimanere un importante punto di riferimento nell’apertura della storiografia italiana alla nuova storia sociale dei movimenti nazionali europei del XIX e XX secolo.

Guido Franzinetti