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Vera Zamagni – Introduzione alla storia economica d’Italia – 2006

Vera Zamagni
Bologna, il Mulino, 101 pp., euro 8,50

Anno di pubblicazione: 2006

L’autrice si cimenta nel compito quasi impossibile di sintetizzare in 100 pagine le principali vicende della storia economica d’Italia, cercando di dare loro un senso e una proiezione dalla fine del Medioevo ai nostri giorni. Il quesito da cui muove è comprendere come un territorio povero, con poche pianure e quasi privo di risorse del sottosuolo, sia riuscito a diventare leader economico mondiale fra i secoli XII e XVI, e come, una volta persa questa preminenza, sia riuscito a raggiungere i paesi industriali in una rincorsa durata quasi due secoli. Le spalle dell’autrice sono molto robuste e capaci di guidarci fino alle soglie dei nostri giorni, attraverso una narrazione scandita in quattro capitoli, affiancati da alcuni approfondimenti. Forse con eccessiva enfasi si sottolinea all’inizio l’unicità del caso italiano di crescita, decadenza e rinascita (e la Cina o l’India, se usciamo dall’ottica europea?) e correttamente si sottolinea la non esistenza di uno spazio economico italiano fino almeno all’Unità d’Italia, per cui l’esposizione segue il dislocarsi delle tre principali macroaree (Nordovest, Nordest-Centro, Sud) su scala secolare, sottolineando la sostanziale divergenza nei trend quantitativi e istituzionali di sviluppo del Meridione rispetto alle altre due aree. Metà del volume è dedicato alla storia dell’Italia unita. Prezioso spazio è riservato ad una precisa descrizione degli incerti e controversi risultati delle stime quantitative dei trend di sviluppo, su cui da almeno 50 anni si stanno misurando gli storici, con risultati non ancora soddisfacenti. Il libro si regge sull’assunto di fondo secondo cui il processo di industrializzazione non è un processo unidirezionale e «irreversibile» una volta raggiunto un certo stadio di sviluppo, ma è invece un processo di continuo adattamento, in cui la capacità dei fattori istituzionali (governi, sistemi giuridici, di istruzione, corporazioni e sindacati…) di adattarsi e rispondere in maniera adeguata alle sfide è l’elemento cruciale per produrre crescita o stagnazione. Ed è questa la chiave che, secondo l’autrice, permette di dare una spiegazione delle esaltanti e poi alterne performance del nostro paese. Il libro è sintetico, ma pieno di riflessioni problematiche. Il lettore mediamente esperto ne può fruire come una introduzione ragionata alla storia economica d’Italia, al profano si presenta come un affresco di lungo periodo, che si stempera nei mille problemi che attanagliano il presente del nostro sistema paese. Da segnalare il corposo apparato di note e riferimenti bibliografici posto alla fine di ogni capitolo. Scelta controcorrente rispetto ai desideri degli editori, ma a mio avviso giusta e preziosa per offrire al lettore numerose proposte di approfondimento.

Alessandro Polsi