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Vincenzo Schirripa – Giovani sulla frontiera. Guide e scout cattolici nell’Italia repubblicana (1943-1974) – 2006

Vincenzo Schirripa
Roma, Edizioni Studium, 282 pp., euro 22,00

Anno di pubblicazione: 2006

Il volume ripercorre la storia dello scoutismo cattolico italiano nel corso di un trentennio. Negli anni compresi tra la fine della seconda guerra mondiale e la metà degli anni Settanta il movimento delle guide e degli scout si è progressivamente radicato nel paese. Ma fino al 1974 ? anno in cui non a caso termina l’excursus ? sono state due le associazioni cattoliche che ne hanno garantito lo sviluppo: l’AGI (Associazione guide italiane, per le ragazze, nata nel 1943) e l’ASCI (Associazione scout cattolici italiani, per i ragazzi, nata nel 1916). Le due associazioni, dopo un lungo e travagliato dibattito, si sono di fatto fuse nel 1974, dando vita all’AGESCI e avviando una nuova stagione nella storia dello scoutismo. Questa caratteristica è fondamentale per inquadrare il lavoro, che infatti scorre nella prima parte su binari paralleli per poi evidenziare, nel corso del tempo, gli elementi di integrazione. Schirripa ripercorre nei dettagli il profilo originario delle due associazioni, mettendo in luce in modo puntuale le scelte con cui seppero garantirsi uno spazio autonomo sia rispetto alle gerarchie ecclesiali, sia rispetto alle altre associazioni giovanili cattoliche, prima fra tutte l’Azione Cattolica. Allo stesso tempo, vengono messi in luce i caratteri fondamentali della proposta educativa dell’AGI e dell’ASCI, a partire dal modo con cui seppero reinterpretare gli insegnamenti provenienti dai referenti tradizionali degli scout, primo fra tutti l’inglese Baden- Powell, fondatore del movimento nel 1907. I momenti di svolta nell’evoluzione dello scoutismo italiano nel dopoguerra sono due: il periodo del Concilio Vaticano II e la stagione dei movimenti giovanili che inizia alla fine degli anni Sessanta. Nel primo caso il mondo scout sembrò accogliere con passione e determinazione le nuove istanze poste dal Concilio, fino ad apparire come uno degli spazi di maggiore sperimentazione e applicazione dello spirito conciliare. Nel secondo caso anticipò e raccolse le tensioni provenienti dalla scuola, dall’università, dal mondo del lavoro. La ricezione dei «segni dei tempi» non fu però priva di contraccolpi e contraddizioni e l’autore si sofferma sui conflitti tra centro e periferia, sulle tensioni in seno agli organismi direttivi centrali, sulle proteste della «base». L’attenzione al dibattito interno alle organizzazioni diventa naturalmente uno dei terreni privilegiati nella parte finale del volume, quando viene analizzato il processo di fusione con cui nacque l’AGESCI e i relativi conflitti che esso ha determinato, insieme alle profonde novità che la nuova organizzazione «mista» ha portato con sé. Il volume è frutto di un rigoroso lavoro effettuato principalmente sulla documentazione prodotta dalle associazioni ? riviste, verbali, documenti ? e rappresenta un tentativo prezioso di ricostruzione storica di un’esperienza associativa finora poco frequentata dagli storici. Naturalmente ? il rischio è accennato dallo stesso autore nelle pagine iniziali ? la scelta di privilegiare la documentazione ufficiale «interna» determina a volte un eccessivo schiacciamento sulle dinamiche dei vertici rispetto alle percezioni e all’impatto delle attività delle associazioni.

Michele Colucci