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Virgilio Missori (a cura di) – Carteggio Tommaseo-Vieusseux – 2002

Virgilio Missori (a cura di)
III, tomo I (1840-1847), II (1848-1849), Prefazione di Virgilio Missori, Firenze

Anno di pubblicazione: 2002

Niccolò Tommaseo è stata sicuramente una delle persone che hanno condizionato di più l’esperienza personale ed intellettuale di Giovan Pietro Vieusseux. L’arrivo del giovane scrittore dalmata a Firenze e la sua collaborazione all’?Antologia?, avviatasi nel 1827, hanno stravolto la natura del giornale indebolendone in maniera sensibile i tratti cosmopoliti, scientisti e tardo illuministici, per introdurvi caratteri polemicamente nazionali e i toni dello scontro letterario. La stessa chiusura della rivista dipese in gran parte dagli strali della censura provocati dalle ricorrenti contumelie indirizzate alla volta di Austria e Russia da Tommaseo che pareva aver convinto il cauto ginevrino dell’opportunità prima di tutto mercantile di vivacizzare il giornale così da catturare le attenzioni di una costituenda opinione pubblica politicizzabile. Durante le peregrinazioni successive all’abbandono della capitale granducale, il rapporto tra i due proseguì con una fitta corrispondenza che accompagnò la gestazione di alcune delle principali opere di Tommaseo e delle varie iniziative editoriali di Vieusseux. Fedele testimonianza di tale relazione sono stati i due volumi del Carteggio fra Tommaseo e Vieusseux, pubblicati rispettivamente nel 1956, a cura di Raffaele Ciampini e Petre Ciureanu, e nel 1981 da padre Virgilio Missori. Ora, a cura dello stesso Missori, vede la luce il terzo, ponderoso volume, in due tomi, che copre l’arco temporale compreso tra il 1840 ed il 1849. Si tratta del cruciale decennio veneziano della biografia di Tommaseo che prepara ed esaurisce la sua vicenda politica rispetto alla quale è tutt’altro che marginale il ruolo di Vieusseux. Muta infatti il registro dello scambio epistolare che acquisisce una condivisa pulsione patriottica, da cui non è più in alcun modo esente neppure il ?négociant? trapiantato a Firenze. Tommaseo sembra percepire un simile istinto, sente che Vieusseux è partecipe di quell’?affetto? moralmente politico, in passato costretto nel forzato rispetto delle regole imposte dalla difesa della credibilità mercantile e ciò lo induce a trattarlo in modo diverso. E’ un Vieusseux giudicato ben più maturo sul piano culturale rispetto agli anni dell’?Antologia? quello coinvolto da Tommaseo nella polemica antigiobertiana a difesa di Rosmini e incaricato di tenere i contatti, durante l’estate del 1848, tra lo stesso Tommaseo, a Parigi per difendere le sorti della repubblica di San Marco, e Manin; un’opera, quella svolta da Vieusseux in tale circostanza, che si rivelerà essere non solo di puntuale informazione, ma di certosina mediazione destinata a lasciare al ginevrino ampi margini di autonomia nella presentazione degli eventi e nell’ipotizzare scenari futuri. Le quasi mille lettere riportate offrono quindi un contributo prezioso sia per aggiungere elementi nuovi alla già indagata stagione veneziana di Tommaseo, sia, soprattutto, per consegnare un’immagine per molti versi inedita di Vieusseux politico, pronto a cogliere i tratti congiunturali del mercato editoriale, abbinandoli però ad una nuova enfasi nazionale di cui la commossa ammirazione per il sacrificio di Venezia rappresentava l’espressione più toccante.

Alessandro Volpi