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Vito Vita – Chiesa e mondo operaio. Torino 1943-1948 – 2003

Vito Vita
Torino, Effatà, pp. 415, euro 15,00

Anno di pubblicazione: 2003

?Volevamo capire gli operai, andando con loro? (p. 186). Le parole di don Esterino Bosco, uno dei diciotto testimoni intervistati da Vita, racchiudono in sé la linea conduttrice del volume: quella cioè di approfondire lo studio dell’intensa attività sociale messa in atto dalla Chiesa torinese nel periodo tra il 1943 e il 1948, dall’armistizio alle prime elezioni politiche repubblicane. Come ha evidenziato nella Prefazione Bartolo Gariglio si tratta di un periodo ancora poco studiato, nonostante abbia costituito una fase di formazione per persone impegnate nella Resistenza, in attività caritative e in interventi a favore dei lavoratori, che permisero il superamento di antichi schemi e l’avvio di un dialogo che, attraverso periodi di luci e di ombre, proseguì negli anni a seguire. Avvalendosi dei ricordi diretti dei protagonisti l’autore nella prima parte del volume ricostruisce la partecipazione dei cattolici torinesi alla lotta partigiana, soffermandosi in particolare sulla figura di don Giuseppe Pollarolo, un sacerdote energico, capace di attirare intorno a sé i giovani, che, con il tacito assenso del suo vescovo, il cardinale Fossati, divenne cappellano delle prime formazioni partigiane del Cuneese guidate da Duccio Galimberti. Nel dopoguerra il sacerdote si fece animatore delle ?missioni? all’interno delle fabbriche: nacquero così le esperienze dei cappellani del lavoro, della Gioventù Operaia e poi della GIOC, che ebbero nel capoluogo piemontese un centro di irradiazione, fortemente influenzato dall’esempio della vicina Francia. Poi Vita passa a descrivere con dovizia di particolari la nascita delle San Vincenzo aziendali, i rapporti tra gli operai (in principio diffidenti) e i cappellani del lavoro, e quelli tra questi ultimi e i dirigenti delle industrie (favorevoli alle iniziative dei cattolici, ritenute possibili elementi di moderazione della conflittualità esistente all’interno delle aziende). Largo spazio è dedicato anche all’Azione Cattolica e alla nascita delle ACLI, mentre viene offerto uno sguardo più rapido al tema della presenza dei cattolici in politica tra guerra e dopoguerra. Dalle interviste emerge una volta di più come la convivenza tra cattolici e comunisti all’interno delle fabbriche si fece sempre più difficile man mano che si avvicinavano le elezioni del 1948 e crescevano le tensioni della guerra fredda. In effetti l’autore si affida quasi esclusivamente a fonti orali, offrendo pochi riferimenti a documenti d’archivio; eppure questo volume costituisce un valido completamento di recenti ricerche sul comportamento del mondo cattolico durante la Seconda Guerra mondiale (si vedano i lavori curati da Marchis, Crivellin e lo stesso Gariglio). Incrociando i dati ne deriva che i preti che si impegnarono a fianco degli operai furono gli stessi che offrirono assistenza agli antifascisti e agli ebrei e che nel dopoguerra portarono avanti il dialogo interreligioso e quello con le classi lavoratrici.

Andrea Villa