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Vittorio Roncacci – La calma apparente del lago. Como e il Comasco tra guerra e guerra civile 1940-1945 – 2003

Vittorio Roncacci
Varese, Macchione editore, pp. 447, euro 19,00

Anno di pubblicazione: 2003

Diversamente da quanto promette il titolo, il corposo volume di Vittorio Roncacci non restituisce il profilo della provincia lariana lungo tutto l’arco cronologico del secondo conflitto mondiale. Poche decine sono infatti le pagine dedicate agli anni di guerra precedenti la caduta di Mussolini e la ricerca si concentra essenzialmente sul periodo luglio 1943-aprile 1945, prendendo in esame le strutture e le pratiche di governo della Repubblica Sociale da un lato, dall’altro guardando al movimento resistenziale nei suoi aspetti politici e militari.
Inserendosi nel solido solco tracciato dalle numerose ricerche di taglio locale sulla Resistenza, Roncacci delinea una storia dell’antifascismo lariano che si snoda dagli scioperi del marzo 1943 fino alla Liberazione. La complessità e l’articolazione dello schieramento che si oppose al fascismo repubblicano e alle forze di occupazione tedesche sono restituite efficacemente: la storia dell’antifascismo operaio e quella militare della Resistenza sono completate e arricchite dall’analisi dei singoli partiti politici che composero il CLN della provincia di Como, analisi svolta guardando alla solidità e alla capacità organizzativa delle singole formazioni, agli uomini che ne composero i vertici e alle relazioni che alcuni di essi intrattennero con esponenti della RSI.
La parte più rilevante del lavoro di Roncacci è quella che si sofferma sulle strutture amministrative e repressive della Repubblica Sociale. L’autore prende in esame i reparti militari della RSI che operarono nella provincia, mostrando i meccanismi di formazione e di reclutamento dei diversi corpi, la loro rilevanza politica ed operativa. Quanto emerge dalla ricerca sul caso lariano conferma il quadro generale disegnato dagli studi più recenti, che hanno individuato i tratti caratteristici del sistema repressivo della RSI nella mancanza di coordinamento fra le diverse strutture militari e di polizia e nella loro reciproca competitività. Sul versante politico e amministrativo, Roncacci esamina la formazione e l’attività dei vertici dell’amministrazione provinciale, la politica del Partito fascista repubblicano e le iniziative assistenziali sviluppate dal Partito e dagli enti ad esso legati. I dati riportati da Roncacci sulle attività assistenziali nel Comasco confortano l’impressione che istituti come l’Opera nazionale dopolavoro o l’Opera nazionale balilla abbiano avuto notevole vitalità anche nella RSI. Mentre nel ventennio tali organizzazioni dovettero dar corpo al progetto totalitario di Mussolini, nella stagione repubblicana del fascismo esse servirono essenzialmente a lenire i rigori della guerra, cercando di impedire che ampi strati di popolazione si schierassero apertamente su posizioni antifasciste.
Nella ricostruzione di Roncacci, l’occupazione tedesca è relegata in secondo piano: se ciò da un lato permette di guardare con attenzione alla RSI, contribuendo ulteriormente a smentire la banalizzante immagine dello Stato di Mussolini come semplice fantoccio nelle mani del Reich, dall’altro priva la ricerca di un punto di riferimento essenziale per completare il quadro delle dinamiche politiche, sociali e militari della provincia.

Gianmarco Bresadola