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Wiebke Fastenrath Vinattieri, Martina Ingendaay Rodio (a cura di) – Robert Davidsohn. (1853-1937). Uno spirito libero tra cronaca e storia – 2003

Wiebke Fastenrath Vinattieri, Martina Ingendaay Rodio (a cura di)
Firenze, Olschki, 3 voll., euro 82,00

Anno di pubblicazione: 2003

Il recente interesse per Davidsohn trova espressione in questo ?trittico’, con cui Firenze ricorda un figlio adottivo che le ha dedicato 40 anni di vita e una ricca eredità: la monumentale Storia, le Forschungen e due lasciti documentari.
Il I volume, che riporta gli atti della giornata di studio del 2000, avvia un discorso critico che supera la rievocazione di circostanza e l’interesse locale del personaggio. Esso ripercorre l’itinerario di Davidsohn sulla base di nuove fonti d’archivio, integrate da due carteggi (con I. Kurtz e Warburg), dalla testimonianza di Rubinstein e dal memoriale di un discendente americano. Ebreo-tedesco di Danzica, Davidsohn è un illustre rappresentante della borghesia di fine secolo: già banchiere e giornalista, si dedica poi con passione allo studio della storia. Dopo una laurea a Heidelberg si trasferisce a Firenze nel 1889, stringendovi una fitta rete di amicizie. Durante la guerra ripara in Svizzera dove, pur non rimanendo alieno dal montante nazionalismo, continua a svolgere un prezioso ruolo di mediazione culturale. Torna a Firenze negli anni ’20, facendosi cultore del genius loci fino alla morte nel 1937.
Aldilà del prestigio intellettuale, è sul piano storiografico che Davidsohn attende una piena rivalutazione, che lo liberi dalle riserve espresse a suo tempo da Sestan. La Geschichte von Florenz, infatti, non è solo una inesauribile riserva di informazioni documentarie, ma anche un rilevante modello di disciplina scientifica. Davidsohn possiede la vivacità del giornalista, ma intende applicare i rigidi dettami della Geschichtswissenschaft: punta a ricostruire tutti i fattori dell’epoca in chiave anticipatamente interdisciplinare; e alle fonti d’archivio attentamente esaminate sa fornire ?la carne e il sangue della vita quotidiana?. Vengono qui ricordati i più illustri antecedenti (Mommsen e Gregorovius) e i rapporti non privi di tensione con gli storici fiorentini, minacciati dall’egemonia tedesca. In questo contesto si inseriscono le vicende editoriali della Storia di Firenze, inquadrate in un’utile tavola sinottica: la Sansoni prende l’iniziativa nel 1906, portandola però a termine solo nel ’68, dopo che la ?rognosa traduzione? ha scoraggiato più di uno studioso.
Nel II volume viene presentato il corpus di scritti inediti del lascito fiorentino, comprendente alcuni saggi di argomento toscano, diverse biografie storiche e altri scritti d’occasione. Il III volume riporta il catalogo della biblioteca Davidsohn, completo di indici e dediche manoscritte. Pur essendo giunta incompleta, la raccolta comprende 1200 volumi e 800 opuscoli e presenta un indubbio interesse per la specificità tematica e la rarità degli esemplari. Oltre a scritti dei maggiori storici italiani del tempo, essa conserva vari studi dell’Istituto Warburg; e come l’omonima biblioteca risulta specchio fedele del suo creatore.
Purtroppo la pubblicazione indugia talvolta in una sopravalutazione di Davidsohn che rischia di risultare impropria quanto la passata indifferenza. Lo ?storico di Firenze’ si rivela comunque un importante intellettuale mitteleuropeo, aperto a molteplici interessi e consapevole dei problemi del suo tempo.

Mirco Carrattieri