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Women and the Reinvention of the Political. Feminism in Italy, 1968- 1983

Maud Anne Bracke
New York, Routledge, 256 pp., $ 145,00

Anno di pubblicazione: 2014

Muovendo da ricerche relative alla sinistra italiana nel post-Sessantotto, l’a. dedica
ora la propria attenzione al movimento femminista situandone solidamente le vicende
in un contesto politico e sociale transnazionale. Ne risulta un’analisi articolata tanto sul
piano teorico, quanto su quello dell’indagine empirica basata su tre casi di studio locali –
Roma, Torino, Napoli – esplorati attraverso l’incrocio tra fonti archivistiche e a stampa,
nonché numerose interviste originali (le cui potenzialità potevano forse essere messe mag￾giormente a frutto attraverso un’analisi anche discorsiva). Ulteriori spunti per indagini
future sono poi delineati in relazione agli anni ’80 e al «ventennio berlusconiano».
L’opera riveste notevole importanza nell’ambito degli studi di genere, poiché si pro￾pone d’indagare quella storia politica delle donne che ha a lungo costituito una sorta di
tabù dal quale tante storiche formatesi in tale contesto, all’incrocio tra impegno accade￾mico e militante, si sono tenute alla larga. Nuove generazioni di studiose vi si stanno ora
cimentando e l’a. apparitene a questa nouvelle vague, interessata a riflettere con curiosità,
spirito critico, ma anche affetto su vicende ancora largamente inesplorate.
Risulta particolarmente apprezzabile il suo sforzo di mantenere in costante e pro￾ficua tensione, da un lato elementi puntuali che consentono di delineare la dimensione
materiale e relazionale dei collettivi e la specificità delle loro pratiche politiche; dall’altro
una riflessione storiografica che coraggiosamente s’interroga su questioni analitiche di
grande rilievo come la revisione della cronologia nella «stagione dei movimenti» (i tempi
delle donne sono infatti parzialmente diversi, di qui la proposta di una periodizzazione
dilatata: 1968-1983), nonché la discussione del binomio uguaglianza differenza.
Ulteriore valore risiede nella capacità di fornire un quadro realmente articolato delle
tante voci del movimento femminista italiano, traducendo in pratica la ricorrente in￾vocazione per un ritratto plurale dei femminismi: l’a. dimostra infatti di muoversi con
assoluta competenza nel panorama delle numerose componenti teoriche del movimento,
riuscendo a ricostruirne il dialogo vivace e a tratti teso (come nel caso di questioni generali
quali la lotta per la legalizzazione dell’aborto).
In questa prospettiva anche la scelta dei casi di studio risulta funzionale a tratteg￾giare diverse declinazioni del femminismo: quella dei collettivi romani impegnati sulle
tematiche del corpo e nella gestione dei consultori, quella del femminismo sindacale tori￾nese, quella napoletana divisa tra sperimentazione culturale e lavoro nel sociale. Infine si
segnala che elementi critici come la mancata tematizzazione – all’epoca – delle differenze
introdotte da donne lesbiche e donne immigrate dal Meridione, sebbene non indagati
estensivamente, sono comunque presi in considerazione, specie in relazione ai dibattiti
recenti connessi ai post-colonial studies.

Anna Frisone