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Yvan Gouesbier – «La maison de sable». Histoire et politique en Italie, de Benedetto Croce à Renzo De Felice – 2007

Yvan Gouesbier
Rome, Ecole Française de Rome, 695 pp., Euro 74,00

Anno di pubblicazione: 2007

Anche osservare l’intreccio tra politica e storia può essere un modo per stringere la storia italiana, notoriamente sfuggente. Questo libro non è tanto una storia di ciò che è accaduto in Italia. È, piuttosto, la storia interna di un nesso, quello tra politica e storia, così come fu «agitato» nelle polemiche, nelle opere storiche e nelle riviste, negli ultimi sessanta o settant’anni: di quel nesso e della sua rappresentazione, come condizioni di studi storici e di azioni politiche. Alle Condizioni generali di scrittura della storia contemporanea – quadri storici, vincoli e schemi mentali – è dedicata la prima parte; al rapporto tra storia contemporanea e politica la seconda. I caratteri originali dell’impegno degli intellettuali italiani – elitismo individualistico, serietà degli studi e azione civile, secondo la lezione di Croce – sono fatti «reagire» con le varie congiunture del secolo scorso (il crollo del fascismo, la guerra fredda, l’esplosione della società dei consumi, la crisi «corrosiva» della Repubblica). Ne deriva una sorprendente introduzione alla cultura storico-politica italiana. I testi sono letti e tradotti con acume, erudizione precisa, lucidità costante e compongono un paesaggio disegnato nelle sue linee di forza.Difficile dire di più, anche se sarebbe giusto, perché quest’opera contiene al suo interno almeno tre libri, connessi tra loro: un’interpretazione del pensiero storico di Croce e della sua efficacia nella cultura italiana; un’indagine sul mito della nazione italiana; un resoconto del «caso De Felice» – all’intervista del 1975 sono dedicate pagine cruciali – inquadrato nella più ampia storia del giudizio sul fascismo. Per «comprendere un po’» il caso italiano (p. 2) e per superare la «familiarità ingannevole» (p. 617) che lega le sorelle latine, Gouesbier ha studiato per molti anni – presumibilmente – numerose fonti a stampa e ha consegnato il risultato delle sue ricerche in un volume di quasi 700 pagine. Presumibilmente, perché con ammirevole sobrietà egli non dà al lettore alcuna informazione sul suo percorso (che definisce alla fine una «autointossicazione prolungata»). Il suo libro, di conseguenza, potrebbe apparire all’osservatore italiano un frutto miracolosamente spuntato dal nulla (e se non bastasse, una nota a p. 29 ci informa che un altro autore, Frédéric Attal, ha dedicato agli intellettuali meridionali del secondo dopoguerra una tesi di oltre 1.000 pagine). Evidentemente, invece, dalla Croce Renaissance avviata proprio a Parigi nel 1983 – e ancora prima con la tesi sul giovane Croce di Charles Boulay -, e dalla scuola di Pierre Milza, sono derivate opere sostanziose anche sulla storia della nostra cultura. È bene che i loro risultati circolino anche in Italia. Però occorre avvertire che – pubblicato nel 2007 – il libro non si giova, se non in modo puntiforme, degli studi sulla cultura storica italiana pubblicati negli ultimi dieci anni: l’indagine di Gouesbier sarà stata chiusa alla fine degli anni ’90.

Massimo Mastrogregori