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BETRI Maria Luisa

marialuisa.betri@unimi.it

BIOGRAFIA

Maria Luisa Betri è professore associato di Storia contemporanea nella Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università degli studi di Milano. Nei suoi studi ha affrontato principalmente aspetti e problemi di storia della società italiana tra Otto e Novecento, con particolare riguardo alla storia della sanità e dell’organizzazione sanitaria e assistenziale; ai modi e alle forme della trasmissione della cultura popolare mediante la diffusione della pubblica lettura tramite l’associazionismo laico e socialista e la rete bibliotecaria popolare durante il periodo fascista; alle vicende della formazione e dell’ascesa della borghesia agricolo-mercantile padana nel corso del XIX secolo. E’autrice di alcune monografie (Le malattie dei poveri. Ambiente urbano, morbilità, strutture sanitarie a Cremona nella prima metà dell’Ottocento, Milano, 1981; Leggere obbedire combattere. Le biblioteche popolari durante il fascismo, Milano, 1991; La giovinezza di Stefano Jacini. La formazione, i viaggi, la “proprietà fondiaria” (1826-1857), Milano, 1998) e di numerosi saggi, tra cui Il medico e il paziente: i mutamenti di un rapporto e le premesse di un’ascesa professionale, in Storia d’Italia, Annali 7, Malattia e medicina, a cura di F. Della Peruta, Torino, 1984; Tra politica e cultura: la scuola di mistica fascista, in Il fascismo in Lombardia. Politica, economia e società, Milano, 1989; (con R. Gosi), Una vocazione alla proprietà terriera: le vicende degli Jacini nell’Ottocento, in Studi sull’agricoltura italiana. Società rurale e modernizzazione, a cura di A. De Bernardi e P.P. D’Attorre, in “Annali della Fondazione Feltrinelli”, a. XXIX, 1993, Milano, 1994; Dalla beneficenza all’assistenza: la risposta al bisogno dall’Unità al secondo dopoguerra, in Storia di Milano, Istituto dell’Enciclopedia italiana, vol.XVIII, Il Novecento).
In seguito i suoi interessi si sono concentrati, nell’ambito della crescente attenzione riservata alle vicende delle borghesie non imprenditoriali, sull’analisi di alcuni percorsi di formazione di figure del professionismo ottocentesco (medici, ingegneri, agronomi), fatti oggetto di studio anche in occasione di incontri seminariali e di convegni, dei quali ha curato, con Alessandro Pastore, la pubblicazione degli atti (L’arte di guarire. Aspetti della professione medica tra Medioevo ed età contemporanea, Bologna, 1993; Avvocati medici ingegneri. Alle origini delle professioni moderne, Bologna, 1997).
Più di recente, nel filone degli studi sulle dinamiche della costruzione della nazione e dell’identità nazionale, si è occupata di alcune delle cosiddette “forme primarie di scrittura” (epistolari, carteggi, autobiografie, diari, memorie), e in particolare di quelle femminili, nell’intento di considerare, in un’ottica di genere, alcune fasi della definizione dell’identità femminile in età risorgimentale (Conservazione e visibilità di carteggi del primo Ottocento: alcuni esempi lombardi, in Scritture femminili e storia, a cura di L. Guidi, Napoli, 2004 ; curatela, con D. Maldini Chiarito,dei volumi “Dolce dono graditissimo”. La lettera privata tra Settecento e Novecento, Milano, 2000; Scritture di desiderio e di ricordo. Autobiografie, diari, memorie tra Settecento e Novecento, Milano, 2002). Dallo studio delle forme di comunicazione privata, soprattutto femminile, ha quindi considerato – con un gruppo di ricerca presso l’Università di Milano – la più ampia forma di comunicazione sociale e politica rappresentata dal salotto di conversazione e di cultura, per il quale le forme primarie di scrittura costituiscono una fonte spesso trasversale, ma molto significativa. Questo tema è stato oggetto di un convegno di studi del quale ha recentemente curato , con Elena Brambilla, la pubblicazione degli atti (Salotti e ruolo femminile in Italia tra fine Seicento e primo Novecento, Venezia, 2004).
Attualmente sta ricostruendo il profilo biografico di Pietro Teulié, generale napoleonico e ministro della guerra nella seconda Repubblica cisalpina, giacobino appartenente agli ambienti del democraticismo più acceso, e figura emblematica per studiare il rapporto tra la formazione di un esercito italico e la maturazione di istanze indipendentiste ed unitarie, matrice della corrente democratica risorgimentale.
E’ membro del Comitato direttivo dell’Istituto lombardo di Storia contemporanea; condirettore della rivista “Storia in Lombardia” e membro del Comitato di direzione della rivista “Il Risorgimento”.

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