Di seguito i vincitori dei premi che ogni anno la Sissco assegna a volumi di storia contemporanea usciti nell’anno precedente. La premiazione è avvenuta in occasione del convegno Sissco “Conflitti, esuli, profughi e popoli in movimento nel mondo contemporaneo” – Macerata, 15-17 settembre 2016
Nel libro si completa un originale percorso di ricerca di storia culturale sulla teatralizzazione della politica e sulla rappresentazione melodrammatica della nazione. Esso è il riflesso di un’avvertita metodologia internazionale di storia culturale, in cui la storia politica è rivalutata e valorizzata. Il Risorgimento è riletto come un tema di storia transnazionale, secondo le tendenze più feconde della storiografia. Muovendo dal contesto europeo del primo Ottocento (tra Parigi e Londra), si indaga come in Italia – soprattutto nello scenario spettacolare del 1848, Milano in primo luogo – le pratiche quotidiane e la politicizzazione concorsero a drammatizzare le manifestazioni corali, alimentando passioni e sentimenti di compartecipazione. Nel coniugare diversi linguaggi (orale, scritto, iconografico) si prende in esame una larga e inconsueta messe di fonti e documenti: romanzi e testi teatrali minori, storie d’Italia narrate al popolo, giornali di moda e di teatro, espressioni artistiche, materiali di propaganda. Si valorizza in modo innovativo la dimensione gestuale e comunicativa della politica, nel vivo dei costumi e delle pratiche sociali.
L’approccio metodologico, il dialogo con la storiografia internazionale ed i percorsi di ricerca che favorisce, attraverso uno stile rigoroso ed accattivante allo stesso tempo, rendono il libro di Carlotta Sorba meritevole del Premio Sissco 2016.
Finalisti Premio Sissco Senior 2016
Il volume di Luca Falciola Il movimento del 1977 in Italia analizza l’”atipicità italiana” rappresentata dal movimento del ’77 quale onda lunga del ’68, mettendo in evidenza come tale continuità costituisca il caso unico in Europa di un movimento che, rifacendosi alle radici del maggio francese, abbia poi superato la fase rivoluzionaria per approdare al riflusso.
L’autore conduce la sua analisi con grande rigore, dimostrando di conoscere la bibliografia su questo argomento e, al tempo stesso, utilizzando fonti primarie inedite, perlopiù attinte dall’ingente produzione del movimento. Ne risulta un vivido affresco di un’epoca contraddittoria e travagliata, portatrice di ideali rivoluzionari e slanci creativi, ma anche caratterizzata da quell’opzione per la violenza che segnerà il passaggio a un’altra epoca, quella degli «anni di piombo».
La solidità metodologica, il rigore dell’impianto storiografico, la capacità di sintesi, unite a una scrittura agile, rendono il lavoro di Luca Falciola meritevole del Premio Sissco – Opera prima 2016.
Finalisti Premio Sissco Opera Prima 2016:
In questo libro Parrinello unisce due piste di ricerca, indaga sui due principali eventi sismici siciliani del XX secolo, il terremoto/maremoto di Messina del 1908 e il terremoto del Belice del 1968, certamente tra i più distruttivi e carichi di conseguenze tra quelli registrati nella recente storia d’Italia. Il risultato è uno studio originale e innovativo sul piano metodologico e della acquisizione di fonti.
L’efficace e affascinante impianto narrativo del libro apre con la messa a fuoco dei due eventi sismici presi in considerazione ognuno in una sezione del libro e offre un quadro drammatico del loro svolgimento e delle immediate conseguenze sulla società e sul territorio. I capitoli seguenti offrono un quadro di più lunga durata, il prima e il dopo, nel tentativo ben riuscito di individuare linee di frattura e di continuità nella costruzione di un ambito urbano e urbano – rurale.
Lo studio del caso messinese prende avvio dall’ultimo ventennio del XIX secolo quando anche in Italia, come nel resto d’Europa e negli Stati Uniti, si affermano politiche di risanamento e di ingegneria urbanistico-territoriale guidate da una tecnocrazia in grado di dialogare fittamente con le classi dirigenti dell’epoca. Si tratta dell’affermazione di quella che Martin Melosi – professore alla University of Houston, uno dei fondatori della urban environmental history – ha definito la «città sanitaria». Il libro di Parrinello segue, quindi, la strada indicata da Melosi (e da Tarr) e, in Italia, dagli studi pioneristici di Augusto Placanica (sui terremoti) e di Giuseppe Barone (sulla ricostruzione di Messina) e da una più recente storiografia rappresentata da Simone Neri Serneri, Guido Zucconi e Salvatore Adorno. L’autore utilizza l’analisi delle politiche urbanistiche a Messina nell’Ottocento per approfondire le dinamiche del disastro e inserirle nel contesto territoriale. Lo studio termina con l’analisi delle politiche di risanamento e di ricostruzione, focalizzata sui contrasti fra i pianificatori e quella porzione di società messinese che si opponeva alla pianificazione.
Nella parte relativa al terremoto del 1968 nella Valle del Belice l’analisi dell’evento viene retrodatata agli anni ’30 in modo da poter dare conto delle politiche sociali, urbanistiche e territoriali che avevano guidato lo sviluppo di quel territorio. Anche in questo caso, l’autore non manca di cogliere la quesitone dei conflitti per le risorse naturali, in modo particolare i terreni agricoli e il reticolo delle acque. L’analisi termina nel 1993, in quanto Parrinello si spinge a studiarei cambiamenti territoriali indotti dalle politiche di ricostruzione: al centro di questo capitolo (il sesto) vi sono le vicende della costruzione delle «new towns» che causarono una vera e propria dispersione dell’identità sociale e culturale (in senso ampio) del territorio interessato dal terremoto.
Il libro di Parrinello si inserisce in un’ampia letteratura internazionale – prevalentemente statunitense e nord-europea – di cui riprende le analisi e le adatta al contesto italiano con un lavoro di ricerca molto rigoroso. In questo senso, il volume è uno studio che ricalca i paradigmi “tradizionali” e ormai saldamente affermati della storiografia storico-ambientale.
Allo stesso tempo il lavoro di Parrinello è innovativo proprio perché l’autore riesce a tenere insieme i nessi con i piani di analisi più ampi e, non di rado, con le dinamiche sociali, culturali e politiche, superando un limite costituito dall’iper specialismo presente nella letteratura storico-ambientale.
Ultimo, ma non meno importante, pregio del libro di Parrinello è richiamare l’attenzione degli studiosi, e speriamo della pubblica opinione, sulla storia del Mezzogiono italiano, in un momento caratterizzato da scarsa attenzione, e in particolare su aspetti come la fragilità degli assetti territoriali, riscoperti allo scoccare di ogni tragico evento, ma poi subito archiviati. Lo fa aggiornando gli strumenti e le modalità di indagine in dialogo con la letteratura scinetifica internazionale anche grazie al concorso nella pubblicazione della Società europea di storia dell’ambiente (ESEH, di cui l’autore è rappresentante per l’Italia), e dal Rachel Carson di Monaco di Baviera.
Finalisti Premio Anci-Storia 2016: