Il premio SISSCO 2013 è stato assegnato ex aequo a Marcella Emiliani, per i volumi Medio Oriente. Una storia dal 1918 al 1991, Laterza , Roma-Bari 2012 e Medio Oriente. Una storia dal 1991 ad oggi, Laterza , Roma-Bari 2012 e a Silvio Pons, per La rivoluzione globale. Storia del comunismo internazionale, 1917-1991, Einaudi, Torino. Di seguito le motivazioni:
Con Medio Oriente trova il suo punto più alto di elaborazione e sistematizzazione la ricerca di una studiosa che ha dedicato la sua vita alla storia di quest’area del mondo. I due volumi, che si sviluppano per quasi mille pagine, vanno oltre i limiti cronologici e tematici indicati nei titoli. Quello di Marcella Emiliani è un largo Medio Oriente, che comprende Iran e Afganistan e si estende per la storia recente fino al magreb arabo, il cui racconto prende avvio non dal 1918 bensì dall’Impero ottomano e dai processi di modernizzazione ottocentesca che lo interessarono. Questo arco bisecolare è tenuto assieme con maestria ed equilibrio. L’autrice riesce a documentare la complessità estrema delle vicende geopolitiche medio-orientali mettendo a fuoco alcuni snodi fondamentali per la loro comprensione: i modelli di modernizzazione ( dall’alto e di stampo socialista), la costruzione delle elites coloniali e post-coloniali, la questione palestinese e il fondamentalismo islamico. La storia medio-orientale, che si presta facilmente a molte letture ideologiche, è rappresentata nella pluralità dei suoi conflitti e delle sue tragedie grazie ad un’opera analitica di distinzione e specificazione che l’Autrice compie ad ogni passaggio cruciale e che si rivela particolarmente fruttuosa nell’inquadrare il rapporto tra l’Occidente e l’islam politico.
Medio Oriente è la prova che anche la storiografia italiana si è aperta alla storia globale. Lo fa grazie agli sforzi individuali di valorosi studiosi come Marcella Emiliani nonostante la cronica mancanza di fondi per la ricerca e l’assenza di quel supporto istituzionale di cui godono invece gli storici anglo-americani. Di quella storiografia Marcella Emiliani condivide alcuni pregi quali la capacità di realizzare sintesi dotte su temi di grande ampiezza e complessità e di renderle comunicabili ad un pubblico composto non solo di accademici e studenti universitari. La forza comunicativa di Medio Oriente risiede nella limpidezza della sua struttura narrativa e nella “leggerezza” della scrittura, doti che facilitano entrambe l’assimilazione dei contenuti. Il premio SISSCO che viene attribuito a quest’opera intende così riconoscere, assieme alle sue qualità storiografiche, anche il modello di composizione narrativa che esso rappresenta.
Il volume di Silvio Pons si inserisce con autorevolezza in un importante dibattito storiografico internazionale sul comunismo nel XX secolo, che non poche opere dell’ultimo decennio hanno contribuito a riavviare nella prospettiva dello studio scientifico di un fenomeno che ha avuto un ruolo centrale nella storia del Novecento. L’itinerario di ricerca compiuto negli anni dall’autore sulla storia dell’Unione Sovietica, sulle vicende del partito comunista italiano e sulla storia del movimento comunista internazionale – basti ricordare il Dizionario del comunismo nel XX secolo da lui curato con Robert Service – è alla base di un lavoro originale, denso di fatti e di analisi, acuto nelle sue chiavi interpretative. Con finezza Pons, sottolineando il nesso ineliminabile del movimento internazionale con la sua matrice bolscevica e sovietica, argomenta come il comunismo si sia identificato con la modernità del primo Novecento, rivelatasi in molti aspetti attraverso le due guerre mondiali, nel cui crogiuolo politico, istituzionale, culturale, sociale esso è stato forgiato. Da questa caratteristica deriva anche l’interpretazione del declino di un movimento che, sebbene abbia avuto un influsso notevole sull’avvento di un mondo globale, non ha retto l’impatto con la globalizzazione, perché il suo progetto si rilevava di fronte ai processi di trasformazione inadeguato e per molti versi datato. In quest’ottica Pons con acume osserva che l’erosione politica, culturale e simbolica del comunismo precedette, e non seguì, la sua crisi conclamata come sistema economico. Il quadro complessivo tracciato da Pons riesce a coniugare con efficacia l’attenzione ai fatti e ai protagonisti con sintesi di lungo periodo, fornendo un contributo euristico ed ermeneutico ricco e rilevante su una pagina fondamentale della storia contemporanea.