Grazie ad anni di scavo in fonti non sempre facili da addomesticare, l’autrice ha offerto alla storiografia italiana un lavoro destinato a durare nel tempo e che mancava nel panorama scientifico. La strada che avrebbe portato alla costituzione della nostra Banca centrale è stato ripercorsa in modo sistematico, e con uso rigoroso degli apparati critici, fin dalle origini della Banca di Genova. Lo ricchezza dello studio non è solo nella ricostruzione del nostro istituto economico-finanziario più importante, ma nell’intreccio di interessi soggettivi e di gruppi con le dinamiche economiche di contesto, nella capacità di tenere insieme aspetti sociali e politici e di descrivere con efficacia la partecipazione ai processi di costruzione della nazione e di modernizzazione del Paese. Particolarmente convincente è la radiografia dell’azionariato, scomposto in modo chirurgico (per professioni, per città, per gruppi, per famiglie, per motivazioni) senza perdere di vista la necessità di una sintesi interpretativa. La padronanza con cui l’autrice si è misurata con l’oggetto della sua ricerca è resa evidente da uno stile di scrittura fluido.