Il Direttivo Sissco segnala prima di tutto all’attenzione dei soci, alcuni libri che si distinguoni per la novità, l’impegno e il respiro delle ricerche su cui sono fondati. Si tratta di:
Olindo de Napoli, La prova della razza. Cultura giuridica e razzismo in Italia negli anni Trenta Mondadori, Milano
Niccolò Pianciola, Stalinismo di frontiera. Colonizzazione agricola, sterminio dei nomadi e costruzione statale in Asia centrale (1905-1936), Viella, Roma
Alessandra Tarquini, Il Gentile dei fascisti. Gentiliani e antigentiliani nel regime fascista, Il Mulino, Bologna
Tra questi ha deciso di premiare il volume di Niccolò Pianciola, Stalinismo di frontiera. Colonizzazione agricola, sterminio dei nomadi e costruzione statale in Asia centrale (1905-1936), con la seguente motivazione:
La grande carestia kazaca del 1931-1933, che è stata, tra le conseguenze della collettivizzazione delle terre in Unione Sovietica, l’evento che ha provocato percentualmente il più alto numero di vittime, costituisce il pungolo euristico a partire dal quale Niccolò Pianciola ha elaborato la sua vasta ricerca conclusasi nella pubblicazione del libro Stalinismo di frontiera. Colonizzazione agricola, sterminio dei nomadi e costruzione statale in Asia centrale (1905-1936) – Viella, Roma 2009. Si tratta di uno studio che arreca un contributo di notevole spessore alla storiografia internazionale sul Kazakstan nel XX secolo, nonché a quella sulla politica staliniana nelle regioni di periferia dell’Unione Sovietica. Infatti, l’autore sulla base di un’ampia quanto feconda ricerca condotta in archivi russi, kazaki e uzbeki, ha ricostruito con rigore e acume interpretativo le vicende del rapporto tra Stato, contadini coloni e pastori nomadi autoctoni nella regione denominata dai sovietici Kazakstan, dalle riforme di Stolypin alla metà degli anni Trenta. Il valore dello studio è arricchito da una convincente architettura ermeneutica che colloca le vicende prese in esame nel quadro di fenomeni di medio e lungo periodo, le cui interconnessioni costituiscono chiavi interpretative particolarmente stimolanti. Le politiche di colonizzazione di un impero dai caratteri singolari, quale quello russo/sovietico, le correnti di migrazione verso l’Asia centrale, il conflitto tra Stato e contadini, i processi e le politiche di modernizzazione e quelli di nation-building, l’esercizio della violenza come modalità di gestione del potere sono alcune delle grandi questioni che attraversano lo studio e, assieme a una fondata periodizzazione, ne tracciano la trama. Il lavoro di Niccolò Pianciola, quindi, si staglia con un profilo di eccellenza nel panorama scientifico e rappresenta un contributo di cui gli studi sul Kazkstan e l’Asia centrale nel Novecento non potranno fare a meno.