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W Salvemini. Le elezioni politiche del 1913 nei collegi di Molfetta e Bitonto,

Marco Ignazio De Santis
Roma, Aracne, 504 pp., € 28,00

Anno di pubblicazione: 2013

Il volume propone una accurata ricostruzione delle elezioni politiche del 1913 nei
collegi di Molfetta e Bitonto che avevano visto candidato lo storico pugliese Gaetano
Salvemini. Di quella tornata elettorale, celebre per il surriscaldato e violento clima nel
quale si svolse, minuziosamente l’a. ordina e ricostruisce i fatti intrecciando a questi il
ruolo avuto da personaggi nazionali e locali. Quegli eventi inerenti alle elezioni politiche
più significative del periodo giolittiano stimolano una riflessione su quanto i problemi
del Mezzogiorno abbiano profondamente segnato tutta la complessa, lunga e variegata
attività di Salvemini e quanto quelle criticità solo apparentemente periferiche siano state
alla base delle sue note analisi su molteplici problemi italiani. Lo storico pugliese, infatti,
ha esplorato per lungo tempo lo spazio sociale e politico di Molfetta (vi era nato del 1873)
utilizzando i dati acquisiti per elaborare analisi di livello e proiezione nazionale. Queste
pagine salveminiane costituiscono un percorso attraverso tre snodi fondamentali della
storia italiana tramite le categorie del tempo e dello spazio proiettate in una comunità
meridionale: la crisi di fine secolo, l’età giolittiana, gli anni della ricostruzione nell’Italia
repubblicana.
Già realizzando la sua prima inchiesta giornalistica nel 1896 (Un comune dell’Italia
meridionale: Molfetta) per «La Critica sociale» di Turati, Salvemini aveva cercato di favorire
la progettazione dell’intervento nel Sud Italia da parte del Partito socialista – nel quale
all’epoca militava – proponendo una sintesi tra meridionalismo e socialismo. In seguito,
prima delle elezioni del 1913, sempre la sua città era per lui divenuta un luogo simbolo
del sistema di potere giolittiano nel Mezzogiorno d’Italia, sul quale avrebbe concentrato la
sua attenzione. Lì durante le elezioni amministrative svolte dal 1904 al 1910 aveva raccolto
dati, documenti e testimonianze per la celebre definizione di Giolitti come «ministro
della malavita».
Nel 1954, infine, Salvemini avrebbe riscritto quella sua inchiesta giovanile analizzando
le nuove condizioni della città di Molfetta in un contesto sociale, politico ed economico
completamente mutato, allorché, agli inizi del boom economico, si verificavano
irreversibili cambiamenti nel tessuto sociale, urbanistico, ambientale del Sud e di tutta
l’Italia. Nei cruciali anni della ricostruzione, infatti, l’indagine salveminiana avrebbe ispirato
buona parte delle inchieste indirizzate a capire le veloci metamorfosi che in quel
momento si verificavano. Il volume di De Santis ci riporta al periodo giolittiano: una
stagione centrale nella maturazione politica di Salvemini e un punto focale indispensabile
per comprendere le sue acute e ancora attuali valutazioni sulla fragilità della democrazia
italiana.

Mirko Grasso