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Cristina Trivulzio di Belgiojoso (1808-1871). Geschichtsschreibung und Politik im Risorgimento

Karoline Rörig
Bonn, Karoline Rörig, 493 pp., € 20,00

Anno di pubblicazione: 2013

La figura di Cristina Trivulzio di Belgiojoso non è certamente ignota alla storiografia
sull’800 italiano. Ma è stata trattata in modo spesso superficiale da opere che l’hanno
presentata come personaggio stravagante ed eccentrico, meritevole di attenzione soprattutto
per la singolarità della sua posizione di genere all’interno dei movimenti liberali e
patriottici italiani dell’epoca (la «prima donna d’Italia», secondo una celebre definizione
di Carlo Cattaneo).
A quelle già disponibili, Rörig aggiunge molte acquisizioni documentarie nuove. E
la serietà della sua pluriennale attività di ricerca è ben testimoniata dall’ampio ventaglio
dei fondi archivistici che ha consultato per arricchire il quadro, muovendosi tra Aix-en-
Provence e Bologna, Parigi e Firenze, Vienna e Milano, Roma e Napoli, e visitando anche
un buon numero di archivi privati di difficile accessibilità in varie altre località italiane
ed europee.
Ciò che emerge dalla ricerca di prima mano, oltre che dall’analisi degli interventi
giornalistici della Belgiojoso (qui raccolti con un encomiabile lavoro di ricerca e di assemblaggio),
consente all’autrice di tracciare un quadro in buona parte inedito, calando
efficacemente la figura della «principessa rivoluzionaria» all’interno della trama di rapporti
nella quale ella visse e operò, intrattenendo un fitto dialogo culturale e politico
tanto sul versante francese quanto su quello italiano. Dal testo, ben scritto e di incalzante
lettura, si evidenzia il disegno di un sistema di relazioni nel quale la Belgiojoso si trovò
inserita grazie al suo rango sociale, e che però contribuì a sua volta a tessere in prima persona,
costruendo una rete di respiro transnazionale; tema che l’autrice affronta con piena
consapevolezza delle più recenti elaborazioni storiografiche in materia. Questa parte del
lavoro si risolve in un affresco il cui soggetto è, più in generale, un certo mondo liberale
cosmopolita caratteristico di alcuni specifici decenni dell’800 europeo: quelli distesi tra
l’inizio degli anni ’30 e le rivoluzioni del ’48.
Si trattava di un mondo tutt’altro che omogeneo, al cui interno l’opzione repubblicana
risultava talvolta pragmaticamente interscambiabile con quella monarchica, mentre,
d’altro canto, lo stesso repubblicanesimo si alimentava di paradigmi diversi, che non si
identificavano necessariamente con la matrice moderna franco-rivoluzionaria. A dispetto
del suo eclettismo, tale mondo era però indubbiamente unito dall’aspirazione all’allargamento
dei confini della libertà, che in Italia si traduceva nella ricerca dell’indipendenza e
dell’unificazione nazionale. Oltre che attraverso la militanza, la Belgiojoso offrì un contributo
importante a questa causa lavorando da storica e da giornalista, lungo un percorso
che è merito dell’autrice restituire in tutta la sua poliedricità. A risultarne è una biografia
di grande qualità, che sarebbe auspicabile vedere presto tradotta in italiano

Marco Meriggi