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Universalità e cultura nel pensiero di Luigi Sturzo – 2001

AA.VV.
Atti del Convegno Internazionale di Studio, Roma, Istituto Luigi Sturzo, 28, 29,

Anno di pubblicazione: 2001

È impossibile dare qui conto di un libro che comprende ben ventisette diversi contributi (compresa l’Introduzione di Gabriele De Rosa), riguardanti la cultura, l’economia, la politica interna e internazionale, il rapporto con l’America. In linea generale si può dire che il volume (e il convegno da cui esso è scaturito) amplia i temi già studiati in un analogo precedente incontro del 1989 (cfr. Luigi Sturzo e la democrazia europea, a cura di G. De Rosa, Roma-Bari, Laterza, 1990). La novità è rappresentata da un più accurato esame delle carte Sturzo, con l’uso di molti documenti inediti: di conseguenza con questo libro dovranno fare i conti tanto gli studiosi del pensiero politico quanto quelli dell’antifascismo e coloro che sono interessati al rapporto tra l’Italia, l’Europa e gli Stati Uniti.
I vari autori del volume convergono su un punto, ovvero la necessità di riconsiderare la straordinaria importanza di Luigi Sturzo nel quadro della intellighenzia cattolica e laica dell’Europa tra le due guerre. Lo dimostra l’incredibile numero di persone dei più svariati paesi con cui egli fu a contatto, di qua e di là dell’Oceano Atlantico. Lo dimostrano anche la spregiudicatezza e l’originalità con cui il prete siciliano affrontò i temi della guerra e della pace, oltre che l’esame delle cause del comunismo. In questo senso il volume aiuta a modificare i giudizi correnti su Sturzo, spesso ricordato solo per le sue posizioni degli anni cinquanta. Sarà bene al riguardo ricordare le parole che lo stesso Sturzo ebbe a confidare a De Rosa: ?Queste cose gli italiani non le sanno. Per loro io sono rimasto soltanto una ?persona pigliata’ in testa, cioè fissata, che ha preso l’impuntatura della lotta alla statalismo e basta? (p. 6).
Dovendo provvedere a una selezione del tutto soggettiva dei singoli contributi, ci si limita a segnalare i seguenti. L’Introduzione di Gabriele De Rosa offre molteplici percorsi di lettura dell’attività culturale e della spiritualità dello Sturzo di questo periodo e pone anche un curioso quesito: quel John Kennedy che nel 1944 commentò con favore alla radio l’opera del prete italiano, era davvero il futuro presidente degli Usa o soltanto un omonimo (p. 20)? L’esperienza dell’esilio: aspetti religiosi, di Pietro Scoppola, è una attenta rilettura delle Lettere non spedite di Sturzo (pubblicate da De Rosa nel 1996), con la conclusione che il prete siciliano fu un anticipatore del Vaticano II in tema di libertà di coscienza del credente. Sturzo e l’Inghilterra di Giovanna Farrell-Vinay è una bella ricostruzione dell’ambiente cattolico inglese frequentato da Sturzo durante l’esilio londinese. In Luigi Sturzo e la Democrazia Cristiana negli anni Cinquanta: un rapporto critico? e in Luigi Sturzo e la posizione internazionale dell’Italia nel secondo dopoguerra, Vittorio De Marco e Guido Formigoni offrono molte notizie inedite. Rilevanti ci paiono anche i testi di N. Antonetti, S. Trinchese, F. Malgeri, A. Giovagnoli, F. Traniello.

Giorgio Vecchio