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La guerra navale 1914-1918. Un contributo internazionale alle operazioni in Mediterraneo – 2002

Achille Rastelli e Alessandro Massignani (a cura di)
Valdagno, Rossato, pp. 422, euro 22,00

Anno di pubblicazione: 2002

Secondo i curatori, nella loro Presentazione, in Italia ?il panorama degli studi storici sulla Grande Guerra (?) è completamente carente per quanti riguarda (?) la guerra navale. Basti pensare allo stato embrionale in cui si trovano gli studi sul personale della Marina, sugli ufficiali, sulle sue infrastrutture, basi e arsenali?. Una così severa sentenza non appare ingiustificata, anche se va riconosciuto che la guerra marittima ebbe ? nell’ambito del conflitto ? una rilevanza tutt’affatto minore rispetto a quella di terra, e che anche da noi qualcosa si è mosso negli ultimi anni, con studi sulla guerra adriatica e sui maggiori comandanti, e con pubblicazioni documentarie ufficiali e persino di umili ?comuni?.
Ma non è questo il punto principale del volume, che si presenta con evidenza nel sottotitolo come un ?contributo internazionale?: autori quattro italiani, due austriaci, un tedesco e uno statunitense. L’idea era forse di mettere in contesto e di accostare, se non di comparare, le politiche e le strategie navali delle potenze europee, anche al fine di comprendere meglio l’entità dello sforzo navale e della guerra marittima italiana, cui rimane comunque dedicato praticamente un terzo (fra saggi specifici e saggi generali) dei contributi ospitati nel volume. Ma colpisce l’assenza di un contributo sulla Marina britannica, e anche quello sulla Marina francese è troppo rapido. In sostanza, per il lettore italiano, la principale novità consiste nei contributi sulla Marina austriaca. Pur in questi limiti, il volume manterrebbe un suo interesse.
A questo punto, però, va osservato che fra loro i contributi sono quanto mai ineguali (persino nella presentazione editoriale: alcuni con le note a piè di pagina, altri con note a fine testo, altri con bibliografia finale ecc.). Fra essi quelli italiani (Andrea Curami, Alessandro Massignani, Achille Rastelli), pur dichiaratamente divulgativi, non sono paragonabili agli articoli ? con taglio da militaria ? degli altri autori. Infine nessuno degli autori (a parte Andrea Curami che si occupa de Le costruzioni navali militari in Italia a partire dalle relazioni della Commissione sulle spese di guerra), porta la sua attenzione proprio su quei temi che, nella Presentazione, erano e continuano ad essere carenti.
In conclusione, un’occasione perduta.

Nicola Labanca